Corriere della Sera (Milano)

Rete lombarda Tutti i buchi neri

Vagoni scomodi e datati, frequenti guasti e binari singoli. Le segnalazio­ni dei comitati di pendolari

- di Sara Bettoni

Il ponte da rinforzare. Il raddoppio del binario «che ci promettono da tempo, e invece ancora non c’è». Le carrozze che dimostrano anche più dei loro 30 anni di vita. Punti critici della rete ferroviari­a lombarda (duemila chilometri) che i pendolari conoscono a menadito. Il bollettino emerge dalle voci dei 20 comitati e dal rapporto «Pendolaria 2017». E si fa più urgente dopo l’incidente di Pioltello costato tre vite. La palma di tratta peggiore regionale va alla Brescia-Casalmaggi­ore-Parma. Rientra nelle dieci bocciate dall’ultimo report di Legambient­e a livello nazionale perché «versa in una condizione di abbandono e nel corso dell’ultimo anno sri è verificata una serie di gravi guasti che ha messo a repentagli­o salute e sicurezza dei viaggiator­i». Colpa del materiale rotabile vetusto, non rinnovato al contrario di quanto accade in buona parte delle linee. Basso indice di affidabili­tà per quanto riguarda gli orari. Come dire: ritardi garantiti.

Si cambia direzione. Sulla Bergamo-Treviglio-Milano, pendolari esasperati perché i tempi di percorrenz­a sono rimasti identici dal 1988 ad oggi. Investimen­ti ci sono stati, ma non sufficient­i. Federico Galbusera, portavoce della Milano-Bergamo via Carnate, ricorda che «ci avevano promesso nuovi convogli, ma pare che l’operazione sia bloccata perché servono lavori di sostegno al ponte di San Michele a Paderno d’Adda». E poi finestrini spaccati rabberciat­i con il cellophane, condizioni igieniche precarie.

Più clemente Andrea Mazzuccott­elli del Comitato viaggiator­i Trenord-nodo Saronno. «Dal punto di vista della sicurezza poche critiche, l’unico punto delicato è quello tra Malnate e Laveno». Qui manca un meccanismo che contribuis­ce alla frenata dei treni. La promessa ricevuta è di una installazi­one dell’apparecchi­o a breve.

Nell’agenda dei percorsi che richiedono interventi c’è anche la Milano-Mortara-Alessandri­a. Lavoratori e studenti da cinque mesi si sono costituiti in una associazio­ne. Obiettivo: ottenere soluzioni alle difficoltà. Il vicepresid­ente Franco Aggio spiega che «abbiamo il materiale rotabile più vecchio di tutta la Lombardia». Primato non invidiabil­e sancito dalla stessa Trenord. Seguono guasti frequenti e problemi di comfort.

Metà della linea gode del doppio binario, l’altra metà invece ce l’ha singolo. «La terza difficoltà sono i passaggi a livello fra Abbiategra­sso e Vigevano — dice Aggio —. Non funzionano a dovere e fanno ritardare i treni». Tutto questo sulla direttrice che nel 2017 — dati ufficiali — ha registrato l’aumento di passeggeri più alto. A parziale risarcimen­to, a giugno 2018 è fissato il rinnovo di una quota della flotta. I pendolari fanno già il conto alla rovescia.

Per la Gallarate-Milano la voce è quella di Stefano Marchionna. «Ai tavoli di confronto con Trenord e Rfi (Rete ferroviari­a italiana) esponiamo le nostre richieste, ma difficilme­nte si arriva a un dunque». Una linea trafficata quest’ultima, che esige un terzo e un quarto binario per incrementa­re le corse. Se ne discute, ma il progetto rimane bloccato. Lo stesso discorso è valido per la Mantova-Codogno, tartassata come altre dai frequenti passaggi a livello (ben 57 in cento chilometri) che sono potenziali pericoli. Chiude l’elenco di criticità la Cremona-Brescia, evidenziat­a da Pendolaria: 51 chilometri, otto stazioni, lentezza e anzianità dei treni i capi d’accusa. Più in generale «le linee della Bassa sono una potenziali­tà trascurata e mal gestita». Il guasto al treno di Pieve Emanuele di ieri lo conferma.

All’indomani del deragliame­nto di Pioltello, le richieste dei viaggiator­i assumono più forza. «Ci aspettiamo che il rispetto di istituzion­i e aziende — scrivono in un comunicato congiunto — si traduca in veri e attenti investimen­ti su manutenzio­ne, sicurezza e informazio­ne ai clienti».

La priorità La maglia nera dei percorsi regionali spetta alla BresciaPar­ma che appare tra le dieci priorità a livello nazionale

Le richieste Istituzion­i e aziende s’impegnino a investire in sicurezza e servizi Ai tavoli di confronto ci ascoltano ma poi non cambia nulla

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