Lo stupore dei vicini di casa «Una persona aperta e squisita Sua figlia veste all’occidentale»
Gli agenti della Digos di Como si sono presentati alle quattro del mattino a Fenegrò, nell’appartamento popolare in cui Sayed Shebl Ahmed viveva da dieci anni con la moglie. L’uomo era sorpreso ma non ha opposto resistenza. I vicini di casa non si sono accorti di nulla. E nessuno sospettava che la coppia potesse avere legami con il terrorismo. «Lo conosco bene da due anni, è una persona squisita, non ha mai creato alcun problema — ripete sconcertato Andrea Casale, che abita nella palazzina accanto a quella dell’egiziano —. Mi sembra francamente una cosa strana che sia coinvolto in una simile vicenda. La moglie era sempre molto educata, anche se non avevo con lei la stessa confidenza che avevo con il padre», aggiunge Casale, che racconta anche come l’uomo non apparisse affatto un integralista. «Mi è sempre sembrato molto aperto, tanto che la figlia non indossava il velo ed era per così dire occidentale». Il vicino però, pur avendo un buon rapporto con Sayed Shebl Ahmed , non sapeva nulla del figlio primogenito. «Pensavo avesse due figli — ammette —. Non mi ha mai parlato dell’altro figlio maschio, conosco solo i due ragazzi che vivono qui e non mi hanno mai parlato di un altro fratello». La famiglia dell’egiziano vive da dieci anni nell’appartamento che gli è stato messo a disposizione dal Comune e che l’uomo stava riscattando. In passato aveva un impiego fisso, ma da tempo svolgeva solo lavori saltuari, soprattutto come muratore. La moglie invece faceva occasionalmente lavori domestici, come la figlia minore, l’unica nata in Italia, che aveva terminato gli studi e che, a 18 anni, ha scelto di diventare cittadina italiana. Lei e il fratello ora sono rimasti soli a Fenegrò.