Dagli ex leghisti a CasaPound: liste dimezzate
Isette candidati governatori hanno ricevuto tutti il via libera della Corte d’Appello. Non è così invece per le 19 liste che sostengono le loro candidature: alcune (cinque) non correranno in tutte le dodici province lombarde. È il caso della civica di Fontana nel centrodestra, di «+Europa» e Insieme nel centrosinistra, di Grande Nord e, infine, di CasaPound.
Correranno tutti e sette. Alle Regionali del 4 marzo ci saranno i nomi dei candidati presidenti Attilio Fontana (centrodestra), Giorgio Gori (centrosinistra), Diario Violi di M5S, Onorio Rosati per Liberi e Uguali, Massimo Gatti di Sinistra per la Lombardia, Giulio Arrighini (Grande Nord) e Angela De Rosa (CasaPound) che hanno ricevuto l’ok dall’ufficio elettorale centrale della Corte d’Appello di Milano. Storia diversa per le 19 liste: sono cinque quelle «dimezzate», che non saranno presenti in tutte e dodici le province. Della civica di Fontana si sapeva: la sua lista personale non ci sarà a Lodi, Pavia, Cremona, Mantova e Sondrio. Anche la squadra di Gori non sarà sempre al completo: per i radicali di «+Europa», nonostante il soccorso pd, è stato impossibile raccogliere le firme a Lodi e Mantova. Un po’ meglio è andata ai socialisti-ambientalisti di Insieme: non ce l’hanno fatta nella sola Pavia. Anche altri candidati proveranno la sfida con liste a macchia di leopardo. Il simbolo di CasaPound è saltato a Lecco, Como, Sondrio e Lodi. Ancor più critica la situazione di Grande Nord. I fuoriusciti leghisti hanno avuto via libera solo in mezza Lombardia: Milano, Varese, Como, Monza, Bergamo e Brescia. La lista, ricusata a Sondrio, sarebbe in bilico anche a Pavia, Mantova e Lecco e soprattutto a Lodi e Cremona. Nessun problema invece per il M5S e Leu. Anche la stella rossa di Sinistra per la Lombardia, declinazione lombarda di Potere al popolo, apparirà ovunque.
Ieri intanto Fontana ha condannato il raid razzista di Macerata («Va condannato come tutti i tentativi di risolvere un problema con la violenza») ma è tornato a battere sul tasto immigrazione: via centomila clandestini e moratoria sugli arrivi. La risposta di Violi è una sassata: «Fontana sembra una mummia riesumata dal cimitero leghista che fa la sua campagna elettorale sulla paura dell’immigrazione, che peraltro non è competenza della Regione. È anche responsabilità della Lega se siamo in questa situazione. Abbia almeno la decenza di stare zitto, spara una fesseria dietro l’altra senza badare ai veri problemi dei lombardi».
Da segnalare infine la presenza di Milly Moratti, eletta a Palazzo Marino col Pd, tra il pubblico del Franco Parenti per la convention di Leu. «Sono venuta ad ascoltare — spiega — e come contenuti, quelli sentiti qui mi sembrano a oggi i migliori».