Broletto, nuovo ascensore e ricorso anticorruzione
Il ministero contro la chiusura della loggia
Il Broletto resta impacchettato. La giunta ha approvato la terza fase di lavori: il restauro conservativo dei grandi serramenti ellittici che dovrà concludersi nel prossimo autunno. Ma già si lavora per la quarta fase, che prevede la realizzazione di un ascensore nella vicina Casa dei Panigarola, già collegata con una passerella sopraelevata a Palazzo della Ragione in piazza Mercanti. Intervento per il quale il Comune cerca sponsor. L’assessore ai Lavori pubblici, Gabriele Rabaiotti, annuncia un incontro a breve con esperti di restauro, a cominciare dall’architetto Dezzi Bardeschi che firmò l’ultimo grande restauro negli anni Ottanta: «Anche la scala esterna — dice — dovrà essere messa in sicurezza e un domani utilizzata». Intanto, la Soprintendenza alle Belle arti boccia il progetto riproposto da Anpi per la chiusura della loggia. «È un tema che rimane sul tavolo —commenta Rabaiotti —, perché quello è uno spazio pubblico che però va protetto».
Intanto, il faldone Broletto finisce all’Anac. I costruttori di Ance, infatti, hanno sollevato perplessità sulla strada seguita dal Comune per mettere mano alle prime fasi di lavori. Per due volte s’è ricorso alla procedura della «somma urgenza», che non richiede gara. «Avevamo già informato noi Anac, come facciamo sempre, in forma preventiva, spiegando le ragioni del ricorso alla ”somma urgenza” — chiarisce l’assessore —. Il crollo del marcapiano, cioè il cornicione in cotto e mattoni che divide l’edificio medioevale dal sopralzo realizzato sotto Maria Teresa d’Austria nel 1771, poi le infiltrazioni d’acqua dal tetto, con lo scivolamento delle tegole ci hanno imposto di intervenire in fretta».
La stessa Soprintendenza alle Belle arti ha sollecitato una cura d’urto e complessiva per l’antico manufatto, il più antico palazzo civico della città, «fragile» e di grande pregio, la cui costruzione come portico aperto per le assemblee cittadine, gli arbitraggi e le ordinanze iniziò in piena età comunale, nel 1228.
Dunque la giunta ha approvato i progetti della terza fase di lavori che interesseranno i serramenti esterni: le 18 finestre ellittiche (le più grandi hanno un diametro di otto metri) del sopralzo teresiano, realizzato per ospitare l’Archivio notarile. L’importo dei lavori è stimato in 1 milione e mezzo di euro e la durata prevista è di 270 giorni.
Il restauro conservativo comprende le fasi di ripulitura preliminari, l’asportazione dei precedenti strati di vernice e di pittura, lo smontaggio dei serramenti, la loro revisione e rimessa a nuovo. Nei mesi scorsi oltre al marcapiano sono stati ripristinati la copertura e il sotto-gronda. Anche l’intonaco di bifore e trifore presenta i segni del tempo. Deve essere rinsaldato, perché il sistema di fissaggio degli anni Ottanta ha perso efficacia. Ultimo step, la sistemazione interna degli ambienti che diventerà spazio museale.