Corriere della Sera (Milano)

L’arte dei rintocchi da tre generazion­i «Le nostre campane amate in Giappone»

Ha richieste da tutto il mondo. È l’unica rimasta in Lombardia

- di Gilberto Bazoli

Èl’unica in Lombardia e una delle poche rimaste in Italia, ma i rintocchi delle sue opere risuonano in tutto il mondo. La fonderia Allanconi di Bolzone, frazione di Ripalta Cremasca, crea campane da tre generazion­i. Pezzi unici, fatti a mano con la tecnica e i materiali di un tempo. Un esemplare anche con la fusione delle armi dell’Isis.

Fiamme che crepitano e carboni che ardono. Otto artigiani si muovono tra i fumi. A Bolzone, piccola frazione di Ripalta Cremasca, nel Cremonese, c’è un luogo suggestivo in cui, sempre uguale a stessa, va in scena un’arte antica tramandata da tre generazion­i: la fusione delle campane. «Ne fabbrichia­mo una trentina circa al mese. Pezzi unici di ogni peso e grandezza. Per le parrocchie, il Vaticano, i musicisti», dice Emanuele Allanconi, 36 anni, titolare dell’omonima fonderia.

È lui l’ultimo erede della tradizione cominciata con il nonno materno, Angelo. Operaio in un’altra storica fonderia cremasca, quella dei Crespi, già attiva nel ’700, il capostipit­e imparò i segreti del mestiere e, negli anni 70, si mise in proprio. Con lui i figli Ottavio, Giordano e Pietro, che non hanno ancora smesso. «Da piccolo — ricorda Emanuele — mi divertivo a venire qui. Ero affascinat­o». Diplomatos­i al liceo, si è ritrovato a un bivio: diventare farmacista come il padre o raccoglier­e il testimone del nonno e degli zii? «Ho scelto la fonderia, l’unica rimasta in Lombardia e una delle poche in Italia».

Tutto viene eseguito esattament­e come una volta «a mano e con sostanze naturali. Come la terra, la cera d’api, la canapa, il crine di cavallo». La tecnologia è utilizzata solo all’inizio del procedimen­to, la progettazi­one al computer, e alla fine, il controllo della qualità del suono. «I materiali impiegati sono semplici, ma il sistema di lavorazion­e complesso. Disegnata la sagoma della campana, vengono fatti tre stampi sovrappost­i. Vengono cotti e li si apre, togliendo lo stampo in mezzo e chiudendo l’ultimo sul primo. Dove c’era il secondo stampo, è rimasta l’aria. Il bronzo viene versato nello spazio vuoto». Ecco la campana, poi cesellata e scolpita con cura. «Per le più piccole bastano tre giorni, per le più grandi alcuni mesi. I prezzi? Da poche centinaia di euro a centinaia di migliaia».

«Fondere una campana non è come fondere un binario. Il segreto di questo mestiere è l’attenzione ai particolar­i, non c’è una scuola che te lo insegna, si deve rubarlo con gli occhi. Anche se in Italia il lavoro è calato tantissimo, abbiamo resistito e, anzi, siamo in crescita grazie alle richieste dall’estero, dove la campana è considerat­a uno strumento musicale e si eseguono veri e propri concerti».

Le commesse arrivano da tutto il mondo, Croazia, Giappone, Germania, Grecia, Egitto. «I nostri prodotti, se suonati in modo corretto, hanno una vita potenzialm­ente eterna». Un momento speciale è stata la creazione, dopo aver vinto un concorso, di un campanello da tavolo per papa Francesco. «Dieci centimetri di diametro con incise le chiese che hanno scandito la vita di Bergoglio, come la cattedrale di Buenos Aires e la basilica di San Pietro. Dai nostri forni è uscita anche la campana della basilica di Betlemme, che ha sostituito quella danneggiat­a durante l’ intifada. E per un artista curdo-iracheno abbiamo realizzato la campana della pace, esposta alla Biennale di Venezia, ottenuta fondendo il rame e lo stagno delle armi sequestrat­e all’Isis. In bassorilie­vo il sito archeologi­co di Palmira».

Però è un altro il pezzo davvero speciale. «È quello che mi sta più a cuore: la piccola campana, 20 chili di peso, costruita per un gruppo di alpini italiani emigrati in Australia e in ricordo di Anthony, il figlio morto di uno di loro. Così bella da essere portata in giro come testimonia­l della raccolta fondi per la ricerca sulla leucemia».

Gli Allanconi si preparano a scrivere altre puntate della dinasty. Il 17 febbraio, al centro culturale Sant’Agostino di Crema, verrà inaugurata una sezione dedicata alla loro arte e a settembre aprirà, all’interno della fonderia, un museo didattico.

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In laboratori­o Dalla fusione alla scolpitura, il lavoro nella fucina di Bolzone, frazione di Ripalta Cremasca
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 ?? (Rastelli) ?? Fonderia Allanconi Nelle immagini gli artigiani al lavoro e i vari momenti della creazione delle campane, dalla fusione alla scolpitura
(Rastelli) Fonderia Allanconi Nelle immagini gli artigiani al lavoro e i vari momenti della creazione delle campane, dalla fusione alla scolpitura
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