«Basta bivacchi di senzatetto nella biblioteca San Gerardo»
La biblioteca San Gerardo di Monza torna ad essere assediata da immigrati e senzatetto. Non c’è il livello di allarme raggiunto lo scorso inverno quando furono ritrovate alcune siringhe nei bagni, ma la decisione dell’amministrazione comunale di non rinnovare il contratto ai «Good Guys» ha ridato via libera ai bivacchi. Il viavai è quotidiano. Usano le poltrone per dormire, qualcuno anche russando rumorosamente, si lavano nei bagni, mangiano e fumano sulla balconata vicino ai distributori di bibite e snack dove ci sono tavolini e sedie e navigano ininterrottamente in Internet. Anzi, navigavano visto che pochi mesi fa per non sovraccaricare il wifi, la direzione ha vincolato la connessione al rilascio di una password. «Non c’è un vero problema di sicurezza — spiegano alcuni utenti —, è una questione di convivenza che si fa sempre più complicata». La biblioteca di San Gerardo, una delle più moderne della città, da poco ristrutturata con una spesa di 4 milioni, è frequentata da studenti, ma anche da pensionati e bambini. In alcuni locali attigui si tengono corsi organizzati dal Comune o incontri indetti dalle associazioni del territorio. È un punto di riferimento, ma adesso molti hanno iniziato a disertarla. Oltre a una sala studio, alla zona riservata agli scaffali e all’area quotidiani, la struttura ha una sala riservata ai più piccoli e un settore dedicato a cd e dvd. Un anno fa, dopo che in un bagno si erano trovate alcune siringhe, il Comune aveva stipulato un accordo con i «Good Guys», associazione di volontari che garantiva un presidio e controllava la situazione. «L’accordo non è stato rinnovato per una questione economica — spiega l’assessore ai Servizi alla persona, Pierfranco Maffé —. Tremila euro al mese ci sembravano troppi, tanto più che non coprivano l’intera giornata. Comunque, abbiamo in programma un incontro per ridiscutere i termini dell’accordo e stiamo pianificando con la polizia locale dei controlli periodici». «Purtroppo il problema è stato gestito male sin dall’inizio — aggiunge l’assessore alla Cultura, Massimiliano Longo — e adesso sta degenerando nel vero senso della parola».