Tre giorni allo Spazio Base nel nome dell’amore
Da Bebe Vio a Stefano Boeri, dalla Pina a Bolelli passando per Boosta A Base talk, seminari e musica lanciano il primo «Festival dell’amore»
Non è passato molto tempo da quando Milano è stata definita il posto più difficile per fidanzarsi. Eppure qualcuno ha pensato di andare controcorrente e di organizzare nella città allergica alle relazioni sentimentali il primo «Festival dell’amore». L’idea è venuta a Mario Viscardi, organizzatore di eventi e papà di Sofia, la giovane youtuber milanese con 100 mila copie vendute del primo libro «Succede». «Proprio da Sofia ho capito che se una persona riesce ad essere sincera con se stessa, quando si mette davanti agli altri diventa esplosiva. Credo che questa cosa valga anche in amore».
Così, da oggi fino al 14 febbraio, Milano si trasforma nella capitale dell’amore. Insieme al filosofo Franco Bolelli e a Manuela Mantegazza, Mario Viscardi ha messo in piedi un programma non convenzionale al Base Milano, in zona Tortona, con ospiti provenienti dai più diversi ambiti: Melissa P, Bebe Vio, Paola Maugeri, Stefano Boeri, Maria Josè Falcicchia, Ambra, La Pina e Diego Mancino, Luca Bianchini sono solo alcuni dei nomi che si alterneranno in talk, seminari e reading. «Parlare di amore fa pensare a qualcosa di erotico o di sdolcinato — spiega Viscardi —. Noi invece abbiamo messo insieme gente comune ed esperti sul tema, come Massimo Temporelli, esperto di intelligenza artificiale, che ci ha già spiegato che è impossibile inserire in un algoritmo il concetto di amore, perché ha bisogno di regole e l’amore ne è privo». Tra gli appuntamenti clou ci sono i Bumbys, ovvero la coppia di performer newyorchesi Jill & Gill Bumby , che analizzando le coppie proveranno a descriverle usando macchine da scrivere analogiche. Per i più romantici c’è la maratona notturna di film d’amore, da vedere sdraiati (e abbracciati) su 11 lettoni. Oggi si comincia con il benvenuto dei curatori e il djset di Music set & talk con La Pina e Cristina Donadio, Paola Maugeri, Boosta e Morgan
«Non è vero che a Milano non ci si innamora — ragiona La Pina che insieme a Diego Mancino inviterà il pubblico a parlare d’amore. «Ma dopo aver incontrato mio marito Emiliano ho scoperto che essere amati da un napoletano è un’altra cosa». La differenza sta nella «verbalizzazione». «Un conto è svegliarsi e dirsi buongiorno, un altro è dire “buongiorno amore mio, oggi ti amo a rotta di collo”». Con La Pina il pubblico parlerà delle tante forme di amore che possono esistere. «Per molti l’amore è un punto di forza, per altri una debolezza; poi esistono gli amori a vanvera, quelli senza senso, quello per gli animali, per il lavoro. Ognuno ha la sua ragione di esistere». Il successo recente del suo libro «I love Tokyo», omaggio alla città del cuore della Pina, è l’esempio di come anche l’amore per una città può generare qualcosa di potente. Tra i luoghi più romantici di Milano la Pina mette la passeggiata tra i nuovi grattacieli («fa sentire turista innamorato all’estero»), i Navigli e casa sua. Rimane una domanda: Milano conquisterà il titolo di città dell’amore? «L’obiettivo è di fare altre edizioni —- dice Viscardi —. Del resto è la città meno bacchettona, aperta a tutti gli amori. E poi in un posto che ti dà tanti stimoli è difficile rimanere in coppia: se lo fai, è vero amore».