Il sorpasso della settimana corta
Lezioni concentrate in cinque giorni nella maggioranza degli istituti La resistenza dei licei: «È pesante»
«Mai l’affluenza a un referendum scolastico è stata così alta e il risultato così netto». All’istituto Zappa Cremona di viale Marche si votava sull’ipotesi di introdurre la settimana corta (cinque giorni invece che sei a scuola, con il sabato libero). Proposta bocciata, anzi bocciatissima: 1.542 persone tra studenti, docenti e personale Ata hanno votato contro, e solo 416 a favore. Ma oggi, dopo quel referendum consultivo, la decisione definitiva è in mano al Consiglio di Istituto, che sul tema pare essere diviso. Con buona parte dei consiglieri a favore della settimana breve.
«Il nostro obiettivo era capire la preferenza di tutta la popolazione scolastica, l’esito è stato chiaro — commenta la dirigente scolastica Bruna Baggio —. Il Consiglio di istituto è libero di decidere quello che vuole, ma mi stupirei che non si limitasse a ratificare la scelta emersa con il referendum».
L’argomento tiene banco: le scuole superiori che hanno sdoganato il sabato libero, concentrando le lezioni durante la settimana, hanno superato quelle che invece sono organizzate secondo la tradizionale settimana lunga. Secondo le stime della Città metropolitana, le prime sono 36 (4 licei, 7 tecnici, 5 professionali, 15 comprensivi e i bienni di altri 5 istituti); le seconde, 26. I licei sono i più restii a introdurre la settimana breve. Di recente ad opporsi è stato il Tito Livio, con mobilitazione dei collettivi (e successivo voto del Consiglio di istituto). Al Volta «la percentuale di studenti e genitori contrari sfiora il 90 per cento. Introdurre le lezioni pomeridiane (visto che il monte ore complessivo deve restare identico) peserebbe sulla qualità della didattica e sulla possibilità di offrire corsi pomeridiani extra curriculari nelle aule», aggiunge Domenico Squillace, preside dello scientifico più quotato della città. Ed è l’orientamento anche del classico Manzoni, dove sono stati fatti informali sondaggi. All’artistico Brera, dove la settimana corta è stata votata a sorpresa dal Consiglio di istituto ai primi di settembre, non si placano le polemiche. «La decisione è stata presa quando diversi membri del Consiglio non erano presenti — dice ad esempio un papà, Alberto Nava —. Considerate le festività e i sabati a casa, i ragazzi vanno a scuola solo 156 giorni su 365. Troppo poco. E restare a scuola fino alle 15 per loro è pesanti».