Max lo chef, ucciso da gelo e alcol
Posti liberi nei dormitori, ma in duecento li rifiutano. I compagni della vittima: aveva lavorato negli hotel Il clochard «irriducibile» trovato sotto i portici di via Vittor Pisani. Da domani allarme neve
La morsa di Burian ha fatto la sua prima vittima. A trovare il corpo senza vita di Massimiliano Enrico Rovelli, 47 anni, è stato il custode del palazzo di via Vittor Pisani davanti al quale Max aveva trovato riparo insieme ad altri clochard. Max si era sempre rifiutato di andare in dormitorio. Sono 200 i senzatetto «irriducibili». L’appello di Sala e Majorino.
Ivolontari della Fondazione Arca sono passati intorno alle 9 di lunedì sera, ma Massimiliano Enrico Rovelli, 47 anni, di Paderno Dugnano, non s’era ancora sistemato al «suo» posto, quello che ogni notte occupava, tra una ventina d’altri clochard sotto i portici davanti al civico 22 di via Vittor Pisani, dove quel gruppo di uomini senza casa si ritrovano sempre: e sempre rifiutano le offerte di un posto letto in dormitorio, un riparo, un aiuto. In quel gruppo, dicono che Rovelli fosse uno dei più refrattari, piuttosto chiuso, di solito stordito dall’alcol. È dunque assai probabile che nella tarda serata di lunedì, dopo che i volontari di Arca avevano avvicinato gli altri
clochard e offerto loro qualcosa di caldo, sia arrivato lui: ha srotolato il largo piumino marrone sul marmo, s’è avvolto in una coperta verde, se n’è tirata addosso anche un’altra e alla fine si è addormentato, mentre tutta la città, intorno, cominciava a ghiacciarsi.
La scena di ieri mattina ha ripercorso un copione ripetitivo: «Arrivo sempre prima dell’apertura della portineria — ha raccontato il custode del palazzo — ero andato a prendere il caffè. Siamo tornati sotto i portici e abbiamo replicato quello che ci tocca fare ogni mattina. Chiamare la Polizia locale, per fare allontanare i senzatetto qui davanti, e poi l’Amsa, per far ripulire tutto. Quando sono arrivati i vigili, tutti gli altri si sono alzati, uno per volta. Lui purtroppo no». È arrivata l’ambulanza. Rovelli era morto. Assiderato; il freddo ha pesato su tutti i guai che l’alcol e la vita di strada avevano già provocato al suo corpo.
Altri senzatetto della zona hanno raccontato che lo conoscevano come «Max lo chef», perché nella sua «prima vita» sarebbe stato un cuoco, anche di alberghi di livello, informazioni difficile da verificare. Che l’origine di tutto sia stato l’alcolismo lo ripetono invece più persone, conoscenti più o meno stretti, nei palazzi intorno alla sua casa di un tempo, a Paderno. La
sua dipendenza l’aveva allontanato dalla famiglia e dal lavoro, poi era arrivata la depressione, e alla fine l’abuso era arrivato a un punto distruttivo. Aveva una moglie e un figlio di 20 anni.
Adesso riparte la corsa contro il tempo e contro la morsa del gelo che raggiungerà il suo apice oggi. Polizia locale, protezione civile e operatori sociali sono in strada per cercare di convincere gli «irriducibili» a trovare riparo in una struttura del Comune. Le unità mobili ne hanno avvicinati duecento. «Ma solo in otto hanno accettato la nostra offerta» dice il sindaco Beppe Sala. Le armi sono spuntate. Non manca però la volontà: «La legge non ci permette di obbligarli ad accettare un letto al caldo nei nostri centri — continua il sindaco —. La tragica notizia della scomparsa di un senzatetto rafforza la nostra convinzione che queste persone vadano aiutate. Per questo non fermeremo la nostra azione». Anche perché, come spiega l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, i posti letto nei 23 dormitori ci sono. Attualmente ospitano 2.400 persone, ma la capienza arriva a 2.700 posti letto. Più difficile capire il numero dei clochard che non sono ancora stati avvicinati dalle strutture del Comune, oltre i duecento irriducibili (40 in Centrale, 94 nel centro storico, un gruppo a Lampugnano, un altro a Lambrate, più singoli sparsi nel resto della città). Una cifra che secondo le stime di Palazzo Marino varia tra le cinquanta e le cento persone. Il sindaco, in qualità di garante della salute pubblica, ha anche valutato la possibilità di emettere un’ordinanza che preveda il ricovero coatto dei senzatetto. La questione è stata sottoposta al microscopio dell’avvocatura. Giuridicamente non è possibile. Quindi, l’unica via possibile è quella del convincimento e dell’aiuto in strada.«Abbiamo bisogno di tutti» è l’appello di Majorino.
La classifica
Io ci andavo in quei dormitori pubblici Esiste tra noi una classificazione in base alla qualità: canile uno, canile due e canile tre
Il dramma
Impossibile dimenticare la prima notte alla Centrale: vestito per bene, con il libro in mano sembravo un passeggero qualsiasi