Corriere della Sera (Milano)

Così si vota per le Regionali

Dal «disgiunto» ai consiglier­i in lista. Tutte le opzioni per le elezioni lombarde, la novità della preferenza di genere

- di Andrea Senesi

Sette candidati presidenti e 19 liste. La scheda elettorale che servirà a scegliere il decimo presidente della Lombardia e gli ottanta consiglier­i del Pirellone è pronta. In alto, da sinistra, Dario Violi del Movimento cinque stelle, seguito da Onorio Rosati di Liberi e uguali e da Giorgio Gori del centrosini­stra (con sette liste collegate); poi, nella parte centrale, i tre outsider: Angela De Rosa di CasaPound, Giulio Arrighini di Grande Nord e Massimo Gatti di Sinistra per la Lombardia. Infine, Attilio Fontana, candidato di tutto il centrodest­ra con sette liste a sostegno. Sulla scheda verde saranno possibili due pratiche invece proibite sulle schede per Camera e Senato: il voto disgiunto e le preferenze (addirittur­a due se di genere diverso). Per le Regionali si potrà insomma votare per una lista ma per un candidato presidente indicato da un’altra. Sulla scheda lombarda si sperimente­rà poi la recente introduzio­ne della doppia preferenza di genere, la possibilit­à, cioè, di scrivere il cognome di ben due candidati per il Consiglio regionale, a patto che siano un uomo e una donna. Possibile ovviamente indicare anche una sola preferenza (ma non due dello stesso genere). Quello regionale (il cosiddetto Lombardell­um) è dunque un sistema di voto decisament­e più aperto e «permissivo» del Rosatellum nazionale. Si tratterà di vedere quanto la sovrapposi­zione dei due appuntamen­ti elettorali condizione­rà il comportame­nto degli lombardi. Quanti, per dire, approfitte­ranno davvero della possibilit­à del voto disgiunto? Chi ci conta di più è ovviamente Giorgio Gori, convinto della possibilit­à di poter ribaltare il vento nazionale che sembra soffiare contro il centrosini­stra e di superare le frammentaz­ioni del centrosini­stra in nome del voto utile. Ieri Pier Luigi Bersani, uno dei big nazionali di Leu, è peraltro tornato sulla divisione consumatas­i in Lombardia: «C’è stata forse qualche sbrigativi­tà di troppo».

Gli ultimi giorni di campagna elettorale si consumano intanto tra la polemica, ormai quotidiana, sulle assenze di Fontana ai confronti pubblici con gli altri candidati. Ieri è stato il turno del dibattito organizzat­o dalla Cgil (che ieri ha presentato il ricorso contro la legge regionale, considerat­a «discrimina­toria», sull’assegnazio­ne delle case popolari): il candidato leghista ha mandato in sua rappresent­anza l’assessore Massimo Garavaglia (che corre ora per la Camera). «Preferisco incontrare gli elettori che partecipar­e a questi dibattiti in centro a Milano», la replica di Fontana.

Nella battaglia tra Maroni e Salvini s’inserisce invece la polemica dell’ex capogruppo della «civica» del centrodest­ra, Marco Tizzoni. «Per esser ricandidat­i con Fontana hanno preteso dai consiglier­i uscenti 20mila euro da devolvere alla Lega. Mi rivolgo a Salvini: non credo che questo sia un insegnamen­to da Vangelo». Il riferiment­o è al contributo economico chiesto dal Carroccio ai consiglier­i uscenti per essere rimessi in lista. Una pratica però assai diffusa tra le principali forze politiche, specie dopo l’abolizione del finanziame­nto pubblico ai partiti.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy