Due fratelli che firmarono due scudetti
Due fratelli, due scudetti rossoneri: nel 1906 e nel 1907. Insieme all’inglese Herbert Kilpin c’è una coppia di giocatori italiani che portano lo stesso cognome, Trerè, tra i pionieri che fanno grande il Milan delle origini, quando l’Inter ancora non esisteva. Il più anziano è Alessandro, nato nel 1884 a Milano. Veste la casacca rossonera da attaccante per quattro stagioni, dal 1904 al 1908, e segna 11 reti in campionato. Tra l’altro apre le marcature a Genova nella vittoria esterna per 2-0 sull’Andrea Doria (antenata della Sampdoria) che permette al Milan di bissare nel 1907 la vittoria ottenuta l’anno precedente e di portare a tre i titoli tricolori, compreso quello ottenuto nel 1901. Nel 1906 è invece protagonista il fratello minore Attilio Trerè, classe 1887, che gioca in porta. La sua prestazione è decisiva per mantenere inviolata la rete del Milan nello spareggio giocato in trasferta contro la Juventus il 29 aprile, terminato 0-0. Allora la federazione decide che la ripetizione del match si disputi a Milano e i bianconeri preferiscono non presentarsi, consegnando il titolo agli avversari. Attilio Trerè è uno spavaldo personaggio dai baffi a manubrio simili a quelli dell’imperatore tedesco: perciò lo chiamano il «Kaiser». Partecipa con il fratello anche alla conquista del terzo scudetto nel 1907, ma passa da portiere a mediano: all’epoca vigeva una certa fluidità dei ruoli in campo. Sarà anche tra i calciatori della nazionale nel primo incontro disputato dall’Italia e vinto contro la Francia, il 15 maggio 1910 a Milano, con un sonoro 6-2. L’ultima partita di Attilio in rossonero è un successo sul Novara per 2-1 nel marzo del 1915, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia. Interventista e volontario, seguace del patriota rivoluzionario Filippo Corridoni, il giovane Trerè parte per il fronte e resta ferito nel novembre 1915. Non potrà più praticare sport agonistico, ma sopravvive: morirà in una clinica romana nel gennaio 1943. Suo fratello Alessandro era scomparso a soli quarant’anni, nel 1924.