Brera, riallestite 36 sale Bradburne: «Pronto il progetto del ponte»
Bradburne: riallestite 36 sale della Pinacoteca
Dal 29 marzo, alla Pinacoteca di Brera torneranno a essere visitabili le sette Sale napoleoniche riallestite. Tempo di bilanci per James Bradburne che rilancia sul progetto di una passerella per collegare la Pinacoteca a Palazzo Citterio.
Non è ricco come il catalogo delle conquiste di Don Giovanni, ma anche l’elenco del direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne, dopo due anni e mezzo, vanta già un cospicuo numero di obiettivi raggiunti: 715.234 i visitatori dei primi cinque «Dialoghi»; tre milioni e ottocentomila quelli online dal lancio del sito nel marzo 2016; un bookshop; nuove didascalie e arredi; l’apertura di una porta; un ballo, una rosa e un profumo istituiti ex novo; concerti e due opere liriche per bambini. Giovedì prossimo, con l’inaugurazione del sesto «Dialogo» dedicato a Camillo Boccaccino, torneranno visitabili le sette Sale napoleoniche riallestite: con 36 stanze su 38 il rinnovamento del museo è in dirittura d’arrivo. Ma nel bilancio va messa anche la clamorosa défaillance dell’impianto di condizionamento che aveva fatto temere per una quarantina di opere.
Direttore, si è più divertito o stressato?
«È stato un lavoro enorme a ritmi sostenuti, ma sono contento di essere andato così veloce perché se avessi optato per una tempistica più lenta non sarei riuscito a finire. Devo ringraziare lo staff che mi ha seguito. Il 14 giugno concluderemo tutto il riallestimento della Pinacoteca e non nascondo che dopo vorrei prendermi tre settimane di vacanza».
Ma come? Proprio quando le verrà consegnato Palazzo Citterio?
«Certo, perché sono già pronto. Il 22 novembre apriremo la mostra “Brera ascolta”. Chiederemo al pubblico di darci suggerimenti attraverso dispositivi touch sull’allestimento delle opere e avremo una postazione radio dove tutti potranno lasciare incise le testimonianze di come ricordano la loro Brera». Com’è questa faccenda dell’apertura al pubblico di Palazzo Citterio l’11 aprile che non coincide con la consegna alla Pinacoteca?
«La Sovrintendenza finisce i lavori per l’11 e mostra il palazzo alla città. Per quanto riguarda invece il passaggio di consegne a noi, non ci è ancora stata fornita una data. Abbiamo proposto un calendario per effettuare verifiche, collaudi, certificazioni, e aspettiamo una risposta. Noi siamo pronti».
Philippe Daverio ha bocciato il restauro. E lei?
«A me interessano i fatti, e non entrare nei 40 anni di polemiche che hanno accompagnato il progetto della Grande Brera. La Sovrintendenza ha portato a termine il suo compito di restaurare il palazzo che per statuto era destinato alla Pinacoteca. Finalmente siamo a pochi mesi dalla consegna e il mio lavoro ora è fare in modo che diventi un museo d’arte moderna».
Il polo bis
Siamo ormai vicini alla consegna: devo fare in modo che diventi un museo d’arte moderna
Il progetto della passerella di vetro è morto?
«Al contrario. Abbiamo anche il progetto esecutivo fatto da ingegneri e architetti italiani dello studio Front, ma aspetto a presentarlo alla Sovrintendenza dopo la consegna di Palazzo Citterio». L’impianto di riscaldamento e umidificazione è stato rinnovato?
«Abbiamo fatto tutte le migliorie possibili sul vecchio impianto e preparato i documenti per la gara del nuovo. I tempi italiani sono molto lunghi ma contiamo per il prossimo gennaio di finire l’installazione. Voglio però ribadire che, grazie all’intervento tempestivo dei nostri restauratori, tutti i quadri sono stati da subito messi in salvo».
È ancora convinto che non servano le grandi mostre?
«Nella Pinacoteca non c’è spazio e il museo va oltre la banalità dei numeri. Vedremo per Palazzo Citterio, ma tutto quello che faccio non ha lo scopo di rendere Brera più attrattiva, ma di restituire l’identità alla città di cui il museo è il cuore».
Il suo mandato scadrà nell’ottobre 2019: resterà? «Questo non è proprio il momento giusto, senza governo e ministro, per pensare alla permanenza. Per fortuna l’autonomia del mandato mi permette di terminare i progetti in corso senza rimanere paralizzato. Poi ci rifletterò».