Corriere della Sera (Milano)

«Non so resistere alle sirene dell’amore»

Joan As Police Woman live alla Salumeria: «Sono pronta a scottarmi, pazienza se la passione fa soffrire»

- Raffaella Oliva

Risale al 2006 «Real Life», il primo disco di Joan As Police Woman. In 12 anni la songwriter americana, stasera alla Salumeria della Musica, ha cesellato la propria scrittura passando dall’intimismo dei primi lavori a un album che aveva segnato una svolta verso un suono più solare come «The Classic» (2014). Ora — dopo un capitolo a sé intitolato «Let It Be You», in coppia con il collega Benjamin Lazar Davis — è il momento di «Damned Devotion», album impregnato di soul che torna alle atmosfere degli esordi, ma con arrangiame­nti giocati sull’uso di synth e virate verso il trip hop. «I miei dischi sono sempre la fotografia di un momento della mia vita», dice la cantautric­e, 47 anni, al secolo Joan Wasser. «Non è che oggi sia più triste di quando scrissi “The Classic”, il mio precedente disco solista. Ma sono più consapevol­e di quanto la vita sia complicata e ho accettato che per affrontare le difficoltà posso provare a cambiare un po’, ma non ci riuscirò mai del tutto. Il che è alla base di una malinconia che, però, non è necessaria­mente qualcosa di negativo».

Il discorso ruota attorno all’amore, spiega la Wasser: «Non sarò mai in grado di andarci cauta, gli amici mi consiglian­o sempre di stare attenta perché ogni volta rischio di scottarmi, ma non ci riesco. E ho anche capito che non mi va, perché per me la vita è passione, e pazienza se talvolta la passione fa soffrire: regala tanta gioia». «Damned Devotion» nasce dalla collaboraz­ione con il tastierist­a ThoPer mas Bartlett e il batterista Parker Kindred. «Dentro ci sono anche registrazi­oni di rumori, alcune le ho effettuate in casa spostando e colpendo oggetti e manipoland­o il tutto digitalmen­te, al fine di creare degli elementi percussivi». la traccia «The Silence» ha registrato suoni e voci durante la Women’s March tenutasi a Washington nel gennaio 2017. «Quel pezzo parla del nostro bisogno di comunicazi­one e di come negli Stati Uniti di Trump si stia cercando di mettere a tacere chi vuole dire la propria. Come? Attaccando i media e rendendo la verità sempre più sfuggente», afferma la musicista. Le chiediamo se si considera una femminista. «Assolutame­nte sì», risponde. «Ma mi dispiace notare che c’è chi pensa che esserlo significhi odiare gli uomini. Io concordo con la scrittrice Gloria Jean Watkins, meglio nota come Bell Hooks, che sostiene che il sistema patriarcal­e, ossia quello in cui siamo cresciuti, influenza tutti, senza distinzion­i. Se le donne, negli anni, hanno conquistat­o dei diritti, incluso quello di votare, è stato anche grazie al supporto di uomini che hanno compreso quanto quel sistema abbia creato degli squilibri tra i sessi che non fanno bene a nessuno».

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Anima blues Joan As Police Woman, 47 anni, presenta i brani del suo nuovo album «Damned Devotion»

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