«Niente alberi per i neonati» Il nodo privacy
Casalpusterlengo, la legge Rutelli divide le famiglie: manca il consenso
LODI Una legge sfortunata quella che Francesco Rutelli propose nel 1992 con lo slogan «un albero per ogni nuovo nato». Non solo vent’anni dopo è stata limitata ai Comuni più grandi e pochi la rispettano: ora c’è chi solleva pure problemi di privacy contestando che nomi e date di nascita dei bambini non possono essere divulgati pubblicamente. Neppure sulle targhette nei parchi dell’infanzia. La polemica sulla privacy dei neonati è esplosa a Casalpusterlengo, nel Lodigiano, dopo la protesta di un gruppetto di genitori che ha costretto l’amministrazione a rifare da capo le bacheche da affiggere sulle piante. Un’iniziativa lodevole che da una parte vuole essere un omaggio dell’amministrazione comunale ai suoi nuovi concittadini venuti al mondo e dall’altro sostiene il ripopolamento dei parchi pubblici. Ma qualcuno non ha gradito. Vanno bene gli alberi, ma niente nomi e cognomi: c’è la privacy.
La polemica non si è fermata al chiarimento chiesto da alcuni dei genitori dei bambini delle classi 2014-2017 all’assessore all’ecologia Luca Canova, ma è arrivata fino al consiglio comunale con un’interrogazione del gruppo M5S, prima di esplodere definitivamente sui social con tanto di batti e ribatti tra i genitori che sostengono il diritto all’anonimato dei figli e quelli che invece lodano l’iniziativa del Comune di dedicare i nuovi alberi in città agli oltre seicento bambini venuti alla luce negli ultimi quattro anni a Casalpusterlengo. Il Comune, nell’impossibilità di piantare entro fine marzo seicento alberi, aveva optato per un evento «cumulativo»: quattro piante, una per anno, con tanto di elenco dei nuovi nati disegnati su una bacheca, più altre due per le frazioni. La discussione è esplosa quando l’assessore ha affidato a una professionista il disegno delle bacheche con nomi, cognomi e date di nascita dei bambini. Sei alberi, altrettante bacheche, seicento bimbi: una festa per tutta la comunità, ma a un gruppetto di genitori la cosa non è piaciuta: «Chi ha fornito nome e cognome di mio figlio senza il mio consenso?». La protesta è approdata in consiglio comunale e sui social, dove ai genitori «integralisti» hanno risposto quelli che non avevano alcuna intenzione di rinunciare all’omaggio Comune.
«Abbiamo chiesto all’assessore — precisa Eleonora Paloschi, capogruppo dei 5 Stelle che in aula si sono fatti portavoce dei paladini della privacy — se gli elenchi dei neonati da associare ai nuovi alberi fossero già stati forniti alla professionista senza chiedere il consenso delle famiglie, come alcuni genitori hanno lamentato». «Non ho capito la polemica — ribatte l’assessore Canova —, è una bella iniziativa che ha incassato il favore della maggioranza delle famiglie. Quale diritto alla privacy rischiamo di calpestare? E come potevamo avvertire tutti, mandando 600 raccomandate?». Alla fine il Comune ha optato per una decisione salomonica. Le bacheche ci saranno, ma solo con i nomi, senza cognomi né date di nascita. E in ordine sparso.
Iniziativa contestata Per i 600 nuovi nati erano pronte bacheche con le generalità da appendere sulle piante