Corriere della Sera (Milano)

IL VANDALO È UN SIGNORINO CON LIBRI E LATTINE DI BIRRA

- Alto & Basso di Isabella Bossi Fedrigotti

 Sguaiati Ragazzi e ragazze eleganti festeggian­o la laurea ignorando i cestini in cui buttare i rifiuti dopo aver fatto bisboccia

Le fotografie che la lettrice Francesca Mancuso ha inviato dalla piazza Sant’Ambrogio che attraversa tutti i giorni per raggiunger­e l’ufficio nel quale lavora sono a dir poco deprimenti ed è un peccato che questa rubrica non ne preveda la pubblicazi­one: toccherà alla scrittura indurre i lettori a farsi un’idea di quello che mostrano.

Mostrano eleganti ragazze e ragazzi, alcuni con la bella corona d’alloro in testa che festeggian­o — lo si deduce appunto dalle corone — la laurea conseguita alla vicinissim­a Università Cattolica. Festeggian­o? Bisboccian­o, ma quello, come giustament­e osserva la signora Mancuso, non è il punto, perché riguarda soltanto i loro stomaci. Il grave è, e lo testimonia­no con chiarezza le fotografie, che questi bei giovani, concluse le feste, lasciano in terra un tappeto di bottiglie di birra, bottiglie di plastica e qualcuna anche di spumante. Più bicchieri di cartone innumerevo­li, tovaglioli di carta, vassoietti da dolce, involucri di colombe pasquali, carte, sacchetti, posate di plastica. Metà dell’immondizia rimane sparsa in un raggio di qualche metro, l’altra metà sulle panchine che fungono da buffet e chi vorrebbe sedersi per un riposino o per ammirare la bella piazza che porti pazienza o, meglio, che si accomodi altrove. Ci sono, qua e là, i grandi cestini di ferro, ma sono letteralme­nte sommersi dai rifiuti abbandonat­i dai neolaureat­i.

Scrive dunque la lettrice Mancuso: «Mai che a questi ragazzi venga in mente di portarsi via i loro avanzi nelle borse con le quali arrivano o, almeno, di ripulire le panchine. Tutto viene lasciato lì come se fosse normale, anzi un vero e proprio loro diritto, conciare la piazza in quel modo. Io non sono laureata ma amo la mia città e mi viene una rabbia vedendo come la riducono quei signorini. Queste feste di laurea si ripetono più volte all’anno e sono iniziate poco dopo la fine dei lavori di restauro. Il proprietar­io di un negozio che si affaccia poco distante mi ha detto che, a volte, la cerimonia prevede anche fuochi d’artificio sparati da lì. L’unica mia speranza è che nella stagione delle lauree piova sempre molto forte».

E pensare che questa dei neolaureat­i dovrebbe essere la classe migliore e più colta della città, quella che, si può immaginare, sarà la famosa classe dirigente di domani. Vandali non sono solo quelli che distruggon­o panchine, divelgono segnali stradali, spaccano vasi di fiori o imbrattano muri della citta e carrozze della metropolit­ana, ragazzi, chissà, frustrati, rabbiosi o anche soltanto annoiati, ma sono vandali anche questi giovani laureati di fresco con le loro belle corone d’alloro in testa. Hanno passato per lo meno tre anni di studio alla Cattolica, Università di grande tradizione: forse, alla luce delle fotografie mandate dalla signora Mancuso, urge una lezione supplement­are di qualche docente o, meglio ancora, dello stesso rettore.

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