Lewis e Haitink, coppia di virtuosi
«Lavorando con Haitink sto capendo come ciò che importa sia l’essenziale; sembra una frase fatta, ma passare dal concetto ai fatti è tutt’altro che facile e Bernard ci riesce: la sua ipotesi interpretativa sembra sempre la migliore». Prima ancora del pubblico di Lugano Musica che oggi festeggerà la Pasqua al Lac (ore 17, p.zza Luini, Frs 13-132, tel. 0041.058.866.42.85) è il pianista Paul Lewis a rimanere ammirato del direttore olandese che guiderà l’orchestra Mozart nella sinfonia «La Grande» di Schubert e nel Concerto per pianoforte K 503 di Mozart, solista il 45enne inglese che è stato allievo di un altro mito, Alfred Brendel: «Lo conobbi a una masterclass, mi invitò a casa sua e per cinque ore mi spiegò, battuta per battuta, la Dante-Sonata di Liszt; alla fine non riuscivo a eseguirne neppure una nota, ci ho messo un po’ a metabolizzare il suo stile. Con lui era un po’ come ora è con Haitink: rende esattamente quello che indica a parole». Parole che Lewis fatica a trovare per il concerto K 503: «Uno dei miei preferiti e tra i più belli scritti da Amadeus. E il più ambizioso, imponente, sinfonico, nonostante ci sia un dialogo quasi cameristico tra le sezioni e abbia momenti di grande intimità; il secondo movimento è di una struggente tenerezza, il finale riesce ad essere addirittura divertente e quasi umoristico».