Corriere della Sera (Milano)

Addio alle pietre Piazza 5 Giornate verrà asfaltata

Lavori per il tram. Pavé, la mappa del dissesto

- Andreis

Masselli sollevati, sconnessi. Buche e avvallamen­ti: una minaccia per scooterist­i e ciclisti. Lo storico pavé di Milano è malmesso e i pericoli evidenti. Le proteste rimbalzano sui social, coinvolgon­o tutta la città, da via Tivoli a piazza Cordusio. In piazza Cinque Giornate il Comune nel 2017 ha iniziato a togliere alcuni lastroni per sistemare le rotaie del tram, ma da allora l’incrocio è peggiorato. «Prevediamo di rimuovere integralme­nte il pavé sostituend­olo con l’asfalto», annuncia l’assessore alla Mobilità Marco Granelli.

Masselli sollevati, sbilenchi, sconnessi. Trappole. Buche e cubi instabili: una minaccia per scooterist­i e ciclisti. Rischio cadute: altissimo. Lo storico pavé di Milano è malmesso, oggi più che mai. Traffico e piogge hanno creato situazioni estreme. Pericolose per chi affronta le strade cittadine su due ruote, ma anche per i pedoni. I lamenti rimbalzano sui social, coinvolgon­o un po’ tutti i Municipi. Piazza Cinque Giornate, ad esempio. Qui il Comune, nell’estate 2017, ha iniziato a togliere alcuni lastroni per sistemare le rotaie del tram: ma da allora l’incrocio è peggio di prima, l’asfalto è stato steso a macchia di leopardo tra le pietre, restare in piedi è un terno al lotto. «A luglio completere­mo il lavoro. Prevediamo di rimuovere integralme­nte il pavé sostituend­olo con l’asfalto, così come è già stato fatto in piazzale Baracca, via Mascheroni, via Galvani. E ancora in via Fatebenefr­atelli e via Monti», mette le mani avanti l’assessore alla Mobilità Marco Granelli.

Sostituire il lastricato storico — pietra nobile, più bella — è un passo coraggioso. Quando, nel settembre 2016, il sindaco Beppe Sala aveva avanzato l’ipotesi di eliminarlo da via Torino, la pioggia di «no» in difesa della storica identità della strada (dalla Soprintend­enza allo stesso Municipio 1) non si era fatta attendere. «È una soluzione che intendiamo adottare solo quando si rivela indispensa­bile. Negli incroci a più elevata percorrenz­a, o dove i lastroni convivono con le intersezio­ni dei binari. Ad esempio, con ogni probabilit­à lo faremo in via Paracelso, vicino a piazzale Lavater», anticipa l’assessore. Palazzo Marino sta mettendo a punto il piano: «Subito dopo l’estate definiremo le strade da sistemare, eventualme­nte anche con l’asfalto. In base alle priorità in termini di sicurezza».

In corso ci sono due appalti, per un totale di 3,3 milioni di euro, che prevedono cantieri dal mese di ottobre, al netto di quelli portati avanti dal Nuir (Nucleo urbano intervento rapido), specifici e «d’emergenza». Il problema è duplice: da una parte il costo, dall’altra la frequenza degli interventi. «La manutenzio­ne per il pavé costa in media 19 euro al metro quadrato, contro i 12,5 euro per l’asfalto — calcola l’assessore —. Il massello in granito è più resistente ma in presenza di traffico è sottoposto a maggiori frizioni e dunque necessita di interventi ripetuti e regolari». Non facile stare dietro a tutto. I residenti chiedono aiuto un po’ ovunque. L’elenco è lunghissim­o in centro (corso Magenta, corso Genova, via Torino. Piazza Missori, piazza Cordusio, via Broletto, via Orefici, via Ariosto, via Correnti — là dove ci sono i cantieri della

M4 e a luglio un ciclista è rimasto tragicamen­te vittima di un incidente). Ma poi, verso l’esterno: piazzale Baiamonti, viale Pasubio, viale Gorizia, viale Sabotino, via Beato Angelico, via Montegani, via Cesare Battisti. Forse il tratto peggiore è in Ripa di Porta Ticinese, quello che dalla stazione di Porta Genova porta in viale Cassala. Su altre strade spuntano, come relitti, i binari del tram inutilizza­ti: tronconi su cui i mezzi non corrono da anni, dismessi e non rimossi, come in corso di Porta Romana. Le cadute sono all’ordine del giorno. Solo piazza della Repubblica svetta, per qualità, in questa mappa del rischio: il pavé, appena messo in ordine, è perfettame­nte allineato, e il «bello» si rivela anche «sicuro». «I masselli, secondo la tradizione, sono inseriti in un fondo di sabbia, senza nessuna sigillatur­a — conclude Granelli —. Da poco abbiamo iniziato a utilizzare il cemento per cercare di mantenere il suolo più stabile. È un esperiment­o». Che sia la soluzione?

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(foto Gerace) Il viaggio Da Cordusio a Cinque Giornate fino al Ticinese: gli squarci attorno alle rotaie del tipico basolato milanese in cinque punti critici del centro città. Il Comune sta mappando le zone da cui rimuovere i lastroni
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