Tele vendute e soldi spariti Beffata la galleria di Zebina
Quadri acquisiti da Briatore, incassa l’intermediario
La storia inizia con 5 quadri di Mimmo Rotella venduti dall’ex giocatore di Juve e Roma Jonathan Zebina, allora titolare di una galleria d’arte, a Flavio Briatore. Opere mai pagate, secondo Zebina. In realtà il conto era stato saldato, ma i soldi intascati dall’amico e direttore artistico della galleria del calciatore, Fabrizio Quiriti. Che alla fine è anche scampato alla condanna di 1 anno e tre mesi perché la Cassazione ha prescritto il reato.
La telefonata si può ricostruire sulla base di testimonianze e atti giudiziari. Jonathan Zebina, 39 anni,ex giocatore di Roma e Juventus, sportivo anomalo, ragazzo di buoni studi e grande cultura, appassionato di pittura, all’epoca titolare di una galleria d’arte a Brera, in via Fiori Chiari, alla fine del 2009 chiama Flavio Briatore.
La telefonata ha toni un po’ tesi. L’ex calciatore, in qualità di gallerista, si trova nell’imbarazzante condizione di dover incalzare l’ex manager di Formula Uno per cinque opere dell’artista Mimmo Rotella che non gli sarebbero state pagate.
Zebina ha spiegato in un’udienza in Tribunale che quel giorno Flavio Briatore gli rispose con frasi anche un po’ infastidite: «Io i quadri li ho pagati, non è con me che devi regolare questa faccenda. Veditela con Fabrizio Quiriti».
E qui entra in scena il personaggio chiave di questa vicenda giudiziaria: il direttore artistico della galleria di Zebina (tra 2007 e 2009), al quale il giocatore, «in considerazione dell’amicizia e dei suoi impegni calcistici», aveva delegato l’intera gestione dell’attività commerciale. Ecco, Quiriti è stato denunciato e poi condannato (in primo e secondo grado) per appropriazione indebita. Di fatto, come dominus della galleria d’arte, Quiriti aveva venduto i cinque Mimmo Rotella a Briatore «senza poi versare gli importi nelle casse societarie». Una compravendita da centinaia di migliaia di euro. Per la quale però il direttore artistico della galleria è alla fine riuscito a scampare alla condanna (1 anno e 3 mesi) grazie alla prescrizione. Lo ha stabilito una sentenza appena depositata dalla Corte di Cassazione. Il reato risale infatti al settembre 2009 e il 15 marzo 2017, poco dopo la condanna in Appello, sono scaduti i termini per arrivare a una sentenza definitiva. I giudici chiudono dunque l’iter della vicenda penale, tenendo però aperto il versante civile: a carico dell’ex direttore artistico, 64 anni, è stato per il momento decretato un risarcimento come provvisionale di 200 mila euro.
Al centro della diatriba, tra altre opere, sono finiti cinque pezzi di Mimmo Rotella («Whise 1962», «Misura astratta», «Forme Contrarie 1990», «Marylin Curiosity» e «Come una Danza») per i quali in Tribunale sono stati ricostruiti molti passaggi della trattativa. A fine agosto 2009, ad esempio, la segretaria di Briatore chiedeva via mail alla galleria di Brera «il prezzo dettagliato delle opere a fini assicurativi» e poco dopo, a metà settembre, dopo aver organizzato la spedizione dei quadri a Londra, assicurava: «Appena mi arrivano, li pago».
L’esperienza di mercante d’arte dell’ex calciatore non ha avuto buona sorte; l’ex direttore artistico ha riproposto davanti alla Cassazione la tesi che Zebina fosse a conoscenza della trattativa e che ci sia stato una sorta di «concorso di colpa» nell’esito di quell’affare. Tutte argomentazioni che non hanno avuto consistenza secondo i giudici. La vicenda ha avuto anche altri rivoli giudiziari, lontani da Milano, per una storia di Rotella falsi ceduti in permuta: Briatore si presentò in Tribunale a Torino con un quadro in un borsone.