Attilio arruola il «compagno» Pier Attilio
Il «compagno» Superti vicesegretario della Regione. Voluto in squadra da Fontana
C’ è un «compagno» nel cuore della Regione a guida leghista. Pier Attilio Superti, una storia nella sinistra e tuttora iscritto al Pd, è vicesegretario generale di Palazzo Lombardia. A volerlo in squadra è stato Attilio Fontana. Un rapporto di fiducia nato ai tempi di Anci. Si sussurra che sul nome di Superti si sia registrata una delle poche impuntature del neogovernatore.
C’è un «compagno» nel cuore della Regione a guida leghista. Segretario degli allora Ds a Cremona, capogruppo in consiglio comunale e poi semplice attivista, ora Pier Attilio Superti è a Palazzo Lombardia, su una poltrona tanto prestigiosa quanto delicata: vicesegretario generale, numero due in pratica di Antonello Turturiello, il vero uomo-macchina dell’organigramma. È stato Attilio Fontana a volerlo in squadra. Anzi, tra il Pirellone e Palazzo Lombardia si sussurra che sul nome dell’ex dirigente Pci-PdsDs si sia registrata una delle poche impuntature del neogovernatore leghista. Fontana avrebbe preteso (e ottenuto) solo due figure professionali: Superti, appunto, e il portavoce Paolo Sensale. «Ho lavorato con lui in Anci Lombardia. Ho ancora la tessera del Pd in tasca e ho votato per il centrosinistra anche alle ultime Politiche, e allora? So tenere distinte le mie convinzioni personali dal ruolo professionale», garantisce l’interessato.
Questione di merito e fiducia. Laureato in Filosofia con una tesi su Augusto Del Noce e sulla sua interpretazione del marxismo («Pensiero conservatore, certo, ma serio e strutturato»), Superti segue fino alle soglie dei 50 anni il cursus honorum del funzionario di provincia dell’ex partitone rosso. Nel 2007, alla viglia della nascita del Pd, la svolta. Entra in Anci Lombardia, l’associazione che riunisce sindaci e amministratori, dice addio alla politica attiva e inizia la nuova vita. Alla presidenza dell’associazione in quegli anni c’è il lodigiano pd Lorenzo Guerini, destinato, da lì a breve, a fulminea carriera di partito. Gli subentrerà Attilio Fontana, allora sindaco leghista di Varese. I due, Superti e Fontana, sulla carta sembrano cane e gatto e invece in pochi mesi sboccia il feeling professionale che non t’aspetti.
«Erano anni duri in Anci. I governi tagliavano i fondi ai Comuni e Attilio doveva tenere il punto». Anni di battaglie in favore dell’autonomia e in difesa dei sindaci messi in ginocchio dai patti di stabilità. Il rapporto di fiducia tra il presidente dell’associazione, Attilio Fontana, e il segretario generale, Pier Attilio Superti, si cementa in proprio in quei cinque anni. Poi, gli altri due presidenti, entrambi del Pd: il monzese Roberto Scanagatti e il lecchese Virginio Brivio. Superti rimane in Anci, ma quando Fontana si candida in Regione riceve una telefonata: «Se vinco, vieni con me», gli anticipa l’amico. «Pensavo scherzasse, invece mi ha effettivamente richiamato e definitivamente convinto».
La fiducia, appunto. «E il merito. Lui è uno che guarda alle capacità delle persone al di là delle etichette politiche». La sua qualità principale? «Dal punto di vista personale, Attilio è un uomo generoso. Sotto l’aspetto politico vi stupirà: è molto più autonomo di quello che sembra». Il ruolo specifico in Regione? «C’è da aspettare intanto che la nomina sia ufficializzata, ma l’idea è quella di curare soprattutto la parte di relazioni esterne col mondo produttivo e le categorie». «La preoccupazione è di riuscire a fare bene un lavoro così importante», aggiunge poi con un velo di modestia.
Superti vive a Drizzona, cinquecento abitanti al confine con la provincia di Mantova. «Faccio avanti e indietro con Milano su una delle linee più disastrate della regione». Il treno alle sette del mattino e alle otto di sera il rientro. Almeno i pendolari possono sorridere: il «compagno» Superti è uno di loro.
L’incontro
Il feeling è nato durante gli anni passati in Anci «Mi ha detto: se vinco ti chiamo. Così ha fatto»