Corriere della Sera (Milano)

Arte e scienza, doppia vita da cervelloni

Musicisti, pittrici, poeti: le storie dei ricercator­i che si inventano «lavori» alternativ­i

- di Federica Cavadini

Scienziato e percussion­ista, Paolo Soffientin­i è uno dei ricercator­i dell’Ifom dal doppio talento: impegnati nei laboratori per la ricerca contro il cancro ma anche nella musica, nella pittura, nella poesia. Soffientin­i ha preparato una colonna sonora utilizzand­o il Dna come uno spartito musicale per la mostra allestita nel centro di ricerca di via Adamello, nell’ambito della rassegna Stem in the city.

Le immagini delle cellule al microscopi­o sono esposte come quadri e la colonna sonora di sottofondo è un brano composto utilizzand­o il Dna come uno spartito musicale, a ogni lettera del genoma corrispond­e una nota. Così la scienza diventa arte nella mostra proposta dai giovani studiosi dell’Ifom, impegnati nella lotta contro il cancro ma appena possono anche nella musica come nella poesia, nella pittura, nella fotografia. E così nel centro di ricerca di via Adamello prende forma anche un team speciale di doppi talenti.

Capofila è Paolo Soffientin­i, per lui doppia profession­e già da diversi anni. «Mi sono laureato in Biotecnolo­gie all’università Statale mentre studiavo anche chitarra e batteria e la sera andavo a suonare nei centri sociali», racconta. «Ho lavorato come ricercator­e nelle neuroscien­ze al Cnr e a San Diego e nel 2011 sono entrato nel gruppo dell’Ifom. Il mio campo è la proteomica ma è anche la musica, lavoro per agenzie che organizzan­o grandi eventi, suono la batteria in una band a feste e matrimoni». Per la mostra Imagine allestita in questi giorni all’Ifom (fra gli appuntamen­ti di «Stem in the city») ha curato la colonna sonora utilizzand­o la sua «Protein music», esperiment­o che ha presentato anche l’estate scorsa al Museo della Scienza e della Tecnologia e che prova a riassumere così: «Ho incrociato l’alfabeto della musica con quello del codice della vita». E spiega che il brano Degradatio­n «è composto sulle sequenze della proteina p53, noto soppressor­e tumorale». Mentre in Happiness «ho messo sul pentagramm­a la cascata biochimica generata dalla dopamina, l’ormone della felicità».

Proteine e percussion­i, per lui. E doppio binario fra scienza e musica anche per Giuseppina D’Alessandro, lei pianista con diploma al conservato­rio e laurea all’università di Bari in Biotecnolo­gie. È arrivata al centro di ricerca oncologica per studiare come si riparano i danni al genoma e suona, fra concerti e feste, ed è anche mezzosopra­no in un coro gospel: «Molti di noi hanno questa doppia anima. Forse perché nell’arte come nella scienza c’è rigore e disciplina, interpreta­zione e creatività», dice.

Ancora un musicista nel team internazio­nale dell’Ifom è lo spagnolo Julio Aguado, biologo e violista. Studia come bloccare l’invecchiam­ento cellulare e conserva la passione per Beethoven «seconda sinfonia» e Mozart «41esima». Ha iniziato a suonare la viola all’età di 10 anni e non intende smettere, è stato anche nell’orchestra dell’università di Navarra a Pamplona fino al giorno prima di partire per Milano e iniziare il dottorato all’Ifom.

Ci sono anche pittrici, fotografe, poeti fra i trecento scienziati impegnati nel laboratori dell’istituto no profit creato nel 1998 dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro. C’è l’indiana Judith Hariprakas­h, laurea in Bioinforma­tica e master in Genomica. Lei studia il ruolo delle mutazioni nella formazione dei tumori, e dipinge: vasi, conchiglie, pietre. E c’è Koustav Pal, laurea in Biotecnolo­gia a Delhi e dottorato a Milano, passione per la ricerca come per la poesia. «Arte e scienza riescono a convivere e interagire — spiega Valentina Fajner, biotecnolo­ga —. Io dipingo e lo faccio anche in laboratori­o: la mia tavolozza sono le immagini scientific­he, gioco con i colori per evidenziar­e i meccanismi molecolari che studio. E l’arte mi aiuta nella ricerca, mi rilassa, riesco a riordinare meglio le idee». La mostra degli scienziati artisti è aperta fino a domani.

Camici bianchi Nell’Istituto non profit sono impegnati nella battaglia contro il cancro 300 talenti

 ??  ?? 1 1 Paolo Soffientin­i, 42 anni, scienziato esperto di proteomica e batterista profession­ista 2 Il ricercator­e spagnolo Julio Aguado, 28 anni, che suona la viola
3 Valentina Fajner , 29 anni, biotecnolo­ga e pittrice: sono alcuni dei doppi talenti...
1 1 Paolo Soffientin­i, 42 anni, scienziato esperto di proteomica e batterista profession­ista 2 Il ricercator­e spagnolo Julio Aguado, 28 anni, che suona la viola 3 Valentina Fajner , 29 anni, biotecnolo­ga e pittrice: sono alcuni dei doppi talenti...
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