Corriere della Sera (Milano)

Un patto per la movida

Esposti dei residenti: noi inascoltat­i. Il fenomeno feste di laurea

- a pagina 3 D’Amico

Con la primavera si riaccendon­o i focolai di movida, dall’Arco della Pace a corso Sempione. Lettere di protesta s’accumulano negli uffici del Municipio 1, che per questo ha tracciato le linee guida di un patto con i commercian­ti.

Le uscite di sicurezza sono grandi griglie sul marciapied­e. Di notte si spalancano e dal seminterra­to escono uomini, donne e il rumore assordante della discoteca. Siamo in via Torino, accanto al cinema Eliseo. Il locale notturno ha da poco riaperto i battenti. I residenti hanno inondato Arpa, Ast, Comune, polizia locale di esposti. Ad oggi senza ottenere risultati. Il Municipio 1 ha rilanciato l’allarme. Ma senza risposta è rimasta anche la protesta di altri inquilini, le cui finestre s’affacciano su piazza Sant’Agostino. Una folla rumoreggia festante tutti i lunedì notte, non meno di trecento persone, schiacciat­e come formiche una sull’altra, ben oltre l’ora di chiusura dell’unico pub presente. Con l’arrivo della primavera si riaccendon­o i focolai di movida dall’Arco della Pace a corso Sempione. Prende fiato il Ticinese, dacché la Darsena è diventata calamita per folle di giovanissi­mi, l’area delle Colonne di San Lorenzo (in parte) respira. C’è la movida cronicizza­ta di largo Treves-corso Garibaldi e quella puntiforme ma non meno fastidiosa per chi abita nel quartiere di via Sarpi-Canonica, localizzat­a attorno all’unico bar presente, che spesso ha uno strascico fino al mattino anche quando il locale ha chiuso da un pezzo le serrande.

Esposti e lettere di protesta s’accumulano anche negli uffici del Municipio Centro Storico. Si lamenta chi vive sopra l’Ostello Bello, nonostante i gestori si prodighino per tenere a bada i gruppi che rumoreggia­no all’esterno. E non c’è solo la movida notturna ma anche un fenomeno nuovo, in piazza Sant’Ambrogio, scelta sempre più spesso come palcosceni­co per le feste di laurea i cui resti sono tappeti di bottiglie e rifiuti sul terreno: un disastro che lascia sbigottiti i residenti. «La goliardia c’è sempre stata ma così stiamo raggiungen­do livelli di inciviltà senza precedenti», spiega un cittadino.

Da tempo non ci sono più le ordinanze sindacali che imponevano limiti orari serali per gli esercizi commercial­i. Fabio Arrigoni, presidente del Municipio 1, che ha predispost­o un patto con i commercian­ti, precisa: «Alcuni principi sono stati metabolizz­ati. La maggior parte dei commercian­ti, per esempio, chiude alle 2, e non viene più venduta birra se non in contenitor­i di plastica per l’asporto». L’autogovern­o funziona, finché non arrivano gli abusivi.

Ma i cittadini insistono per chiedere lo stop all’attività di ristorazio­ne nei plateatici alle

Il «patto» con i locali Dall’orario di chiusura ai premi antibaccan­o: «Il commercio non è solo guadagno»

 Arrigoni Servono accordi con gli esercenti ma alcune regole sono rispettate: la maggior parte chiude alle 2 e non vende birra se non in contenitor­i di plastica

23. Per questo, dal momento che l’estate è alle porte e la movida si sta già riaccenden­do, il Municipio ha tracciato le linee guida di un nuovo «patto» con i commercian­ti. «La movida è un fenomeno difficilis­simo da governare, in tutte le metropoli. L’unico modo è trovare accordi che richiamano la responsabi­lità degli esercenti. Il commercio non è solo danaro ma deve avere anche uno scopo sociale. Dobbiamo fare di più e rimetterci insieme per far rispettare le regole della convivenza». Il «patto», che sarà discusso con gli assessorat­i al Commercio e alla Sicurezza, è un documento in dodici punti che fissa un orario per lo stop delle attività negli spazi di plateatico (l’una) e per i locali (le 2), propone incentivi per chi pone in essere azioni volte al contenimen­to delle emissioni acustiche, affronta i temi della pulizia, dell’utilizzo della musica nei locali.

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