Ulisse e Penelope secondo Solenghi
«L’Odissea è il primo grande romanzo della narrativa internazionale, un’opera piena di colpi di scena, un vero capolavoro della letteratura moderna scritto quasi 3mila anni fa». Tullio Solenghi è in scena stasera al Teatro Carcano per «Odisseo e Penelope (XIX Canto)», ultimo appuntamento del progetto firmato da Sergio Maifredi (corso di Porta Romana 63, ore 20.30, 18 euro). «Se leggiamo l’Odissea a mente fresca, lontano dagli obblighi scolastici , scopriamo l’immensa bellezza e il genio creativo di Omero», dice l’attore, «sono felice di leggere il XIX Canto, è il più introspettivo». Epiche pagine dove il detto e il non detto dominano la scena, versi fatti di sguardi, silenzi, strategie e tranelli che trasformano l’incontro tra Penelope e Ulisse in un ring psicologico, «da una parte c’è lei che indaga, sospettosa, per scoprire se quell’uomo è veramente suo marito, dall’altra c’è Ulisse che non si vuole svelare, ma ha il cuore affranto nel vedere quella donna che l’ha atteso per vent’anni». Una sapienza narrativa che emoziona ancora oggi e fa riflettere sulla relazione uomodonna: «qui c’è una grande lezione di etica femminile, Penelope indomita per tutti quegli anni resiste tra i Proci, attendendo il suo amato che nel frattempo, con la scusa di essere in viaggio, tra Circe e Calipso qualche svago se l’è preso...».