Cenacolo e sciopero
Leggo con stupore le riflessioni di Dario Di Vico sull’ipotesi di sciopero al Cenacolo Vinciano, soprattutto quando scrive: «Al di là di ogni giudizio di merito». Come si può giudicare senza prendere in considerazione il merito? Il merito deve essere il faro del confronto e in questo caso parla di lavoro, reddito, regole nel mondo degli appalti e di 15 donne e 3 uomini. Cosa c’è di più importante? Sono le condizioni reali delle persone e il nostro ruolo è quello di essere lì, senza scadenze di calendario, perché il calendario degli eventi milanesi non si cura delle famiglie di quei lavoratori. Ma non era questo il ruolo che si chiedeva ad un sindacato moderno e meno politicizzato? Oppure il giudizio sul ruolo è un argomento che viene usato ad orologeria? Troppo spesso, in mancanza di argomenti credibili, si punta il dito contro il sindacato, come fosse l’unico colpevole quando le cose non vanno. Certe riflessioni non aiutano al miglioramento del rapporto con i cittadini e penso siano una forma di populismo che contribuisce a sgretolare una sana convivenza civile. È il caso di riportare la barra al centro. Milano funziona, e lo deve soprattutto allo straordinario lavoro dei suoi cittadini-lavoratori e che troppo spesso non viene riconosciuto. Portare la barra al centro significa puntare il dito sull’inadeguatezza di chi elabora i bandi, senza curarsi delle condizioni di chi lavora e che, in questo caso sì, non si cura del calendario degli eventi. Di chi è quindi la responsabilità di questa infausta scadenza?
I lavoratori che perdono il proprio lavoro dovrebbero aspettare la fine della Settimana del design per protestare? Magari quando il lavoro sarà già perso? Ebbene io non credo. Non voglio un mondo che non cura chi è in difficoltà. Questi lavoratori vanno difesi da tutti. La città deve far sentire a loro la vicinanza per ringraziarli della professionalità, che ogni giorno accoglie turisti da tutto il mondo. Oppure preferiamo abbassare la qualità del lavoro per fornire servizi peggiori? In tal caso, i sabotatori sono coloro che non si curano mai della qualità del lavoro e della vita delle persone. (d.d.v.) Lo sciopero dei lavoratori del Cenacolo durante il Salone del Mobile fa pessima pubblicità a Milano e corrisponde a un autogoal. Abbiamo tutti — compresa la Cgil — l’interesse che la città sia accogliente e accresca la sua reputazione internazionale, i milanesi il lavoro lo difendono così. Al contrario le agitazioni ad orologeria usano i turisti come ostaggi. Penso che le ragioni dei dipendenti del Cenacolo possano essere difese con altrettanta efficacia salvaguardando il Salone. A un sindacalista moderno come Bonini la fantasia non dovrebbe mancare.