I Seamen, orfani del Vigorelli ma in vetta al campionato
Il primato dei Seamen imbattuti in campionato «Sfrattati» dal Vigorelli ora puntano all’Europa
Imbattuti in vetta al campionato e vincitori di tre scudetti negli ultimi quattro anni, i Seamen di Milano ora puntano alla finale europea. E intanto attendono di ritrovare il loro campo amico al Vigorelli.
Il sogno americano, visto da un prato verde nascosto tra le mura del Leone XIII, è quello di una squadra di football praticamente imbattibile, a queste latitudini. Dominatori assoluti di uno sport che in Italia in molti hanno visto solo in seconda nottata in tv. I Seamen Milano oggi sono una cosa seria: dominatori imbattuti del campionato italiano (7 vittorie su 7), reduci dall’ultima passeggiata contro i Lions Bergamo e alla vigilia della sfida di Champions di sabato (alle 20 al Breda di Sesto) contro i campioni d’Europa francesi dei Black Panthers Thonon che può valere il biglietto per la finalissima. I Seamen hanno vinto tre degli ultimi quattro campionati. Un miracolo se si riavvolge il nastro ovale di questa storia cominciata durante un viaggio in America nel cuore degli anni ’80: «Sono tornato e ho fondato la squadra. Eravamo il terzo team di Milano dopo Rams e Rhinos. Uno dei nostri primi giocatori, Sergio Galeotti, faceva il commesso da Armani e lo convinse a sponsorizzare la squadra fino al 1990», racconta lo storico presidente Marco Mutti. Poi arrivò il fallimento, fino alla rinascita nata da una rimpatriata nostalgica via Facebook dei vecchi giocatori.
Può piacere o non piacere, ma il football americano non è solo uno sport di sfida fisica. C’è molta geometria dietro. Per questo all’ultimo all’allenamento dei tre settimanali, il venerdì, dove c’è da mettere in cassaforte muscoli e gambe, la squadra si ritrova tra i banchi. Il mister mostra le immagini di campo filmate con un drone. Si studia ogni angolo di ogni movimento, perché ognuno si deve specializzare a fare (bene) qualcosa. Si corregge ogni virgola come a scuola. Coach Marcus Herford parla in inglese. Per onore dei tre americani in rosa (gli unici stipendiati), le tre stelle con un passato di fallimenti in Nhl oltreoceano che (ri)trovano gloria qui per 1.200 euro al mese, vivendo sotto lo stesso tetto.
Certo poi ci sono i contatti fisici. In rosa ci sono 55 ragazzi. Panchina lunga per sopravvivere agli acciacchi di stagione. Dopo la sfida di debutto a marzo in due hanno chiuso in anticipo la stagione. Gli altri si mettono regolarmente in coda dal medico e dal codazzo di fisioterapiste (donne) tra chilometri di garze.
Finiti i lavori di restauro, si tornerà a giocare nella casa del Vigorelli. Uno dei luoghi simbolo in città dei Seamen, insieme alla pizzeria Pane e Farina, dietro all’Università Statale, storico ritrovo da cui si partiva in pullman per andare a giocare, e il pub Malt, nuova casa del terzo tempo dopo le partite. Il Vigorelli è un teatro prestigioso che potrà riaccogliere (si spera) anche un pubblico nuovo. Già oggi sugli spalti ci sono una media di 1.000/1.500 persone, unico introito della società. Ovunque si parla della moda del rugby, che insegnando valori e spirito di sacrificio sta calamitando tanti ragazzi di città. Succede anche qui. Basta vedere la tribunetta di genitori, con un occhio entusiasta alla palla e l’altro terrorizzato alle articolazioni dei figli. «Abbiamo un settore giovanile sempre più esteso, 100 ragazzi tra i 13 e il 19 anni. Arrivano perché l’hanno visto in televisione, rimangono per lo spirito unico che si respira sul campo», aggiunge Mutti. Ospiti dell’allenamento di oggi sono un gruppo di milanesi che hanno deciso di prendere due o tre botte ben assestate per celebrare un addio al celibato. Certo, poi arriva il matrimonio.