Fattorini in sciopero: troppi rischi
Buche e pavé dissestato: la mappa dei rider. Sit-in antagonista, agitazione Cgil il 25 maggio
Via Montegani, viale Gorizia, corso di Porta Romana. La mappa delle vie da bollino rosso per chi si muove in bicicletta è ampia: a stilarla sono i fattorini che, dopo l’incidente costato l’amputazione di una gamba a Francesco Iennaco, incrociano le braccia. La Filt Cgil ha dichiarato per il 25 maggio lo sciopero di tutti i pony per chiedere sicurezza. Il Comune: «Ripariamo 200 strade al giorno».
Strade trappola. Tra loro, che sono sempre in giro in bicicletta e scooter, le chiamano così. Cercano di evitarle. Ma tra la fretta delle consegne e la necessità di andare ovunque, a volte non ci riescono. «Hai fatto via Montegani? Sei matto...», scuote la testa il rider Cristian Nitti abbracciando l’amico e collega Francesco Iennaco steso sul letto d’ospedale.
Tre giorni fa a Francesco è stata amputata mezza gamba per un tragico incidente in scooter. Aveva appena consegnato un pasto a domicilio per Just Eat. Buon contratto di lavoro, privilegiato rispetto ad altri tremila rider della città, con uno stipendio mensile fisso di 1.500 euro. Eppure si unisce al collega nell’appello: «Le strade devono essere sicure, per consentirci di lavorare. Così, corriamo troppi rischi», dice. I masselli di pavé sollevati e instabili, vicino alle rotaie, «sono un incubo — conferma Cristian —. Può capitare a tutti di cadere, da un momento all’altro».
Un altro loro amico è a casa con il piede rotto, ha avuto un incidente tra Ripa di Porta Ticinese e via Lodovico il Moro. Sono tremila, per le strade di Milano: scattano sulle due ruote, con l’enorme zaino in spalla. Ogni due settimane — in media — c’è una caduta con infortunio, stimano i vettori. Francesco, che ha subito un danno enorme, aveva almeno l’assicurazione. E gli altri? Il gruppo Deliverance Milano ha organizzato per mercoledì un presidio davanti a Palazzo Marino, con l’hashtag #nonaspettiamoilmorto, mentre la Filt Cgil ha dichiarato per il 25 maggio lo sciopero di tutti i pony per chiedere un tavolo di confronto: verifica dei contratti e delle forme di controllo, retribuzioni, organizzazione del lavoro. E anche sicurezza sulle strade. Temi caldi, urgenti da affrontare per l’incolumità di chi quotidianamente viaggia su due ruote ed è pagato non solo per le ore lavorate, ma anche per il numero di consegne.
Il Comune, con l’assessorato di Marco Granelli, da mesi ha messo in campo un piano straordinario di interventi per riparare l’effetto «trappola» nel più breve tempo possibile: più di duecento buche riparate mediamente ogni giorno. E con il bilancio preventivo 2018 sono state aumentate del 22 per cento le spese di manutenzione: 41 milioni di euro stanziati, solo per i rappezzi del manto stradale.
A chiedere ai rider quali sono i punti da bollino rosso, le risposte convergono su una trentina di punti. «Corso Genova, viale Gorizia, via Col di Lana, via Torino, corso di Porta Romana. E in piazza Cordusio si è formata una conca», elenca senza esitazione Lakshitha Wijesinghe, 19 anni, nato in Italia ma con famiglia originaria dello Sri Lanka: fa il rider Deliveroo per pagarsi gli studi e sostenere la famiglia, visto che a lavorare è solo il papà.
«Via Broletto, corso San Gottardo, via Fiamma, via Correnti. La nostra giornata è una corsa ad ostacoli — sostiene Gad Hussein, 18 anni, origini egiziane e da due mesi rider di Glovo —. Se ci mettiamo troppo tempo a consegnare, sul display lampeggia
Gad Hussein I richiami? I nostri capi valutino le condizioni delle strade
Cristian Nitti Tragitti pericolosi per muoversi in bici e moto
Slyvenus Dabore Faccio il fattorino da due anni: serve più sicurezza
Edwin Molos Evito le strade trappola se non sono in ritardo
l’orario in rosso. Ma i capi dovrebbero valutare gli ostacoli sul percorso».
C’è chi schizza comunque velocissimo ma «la maggior parte di noi rallenta, non vuole rischiare la vita», ribatte Nicola Massi da Bucarest, 50 anni. Altri tragitti critici sono piazza Cinque Giornate, piazzale Baiamonti, viale Pasubio, viale Gorizia, viale Sabotino, via Beato Angelico, via Cesare Battisti, ricostruisce Slyvenus Dabore, 27 anni, rider Uber Eats, del Ghana. Chiude Edwin Molos, 41 anni, dal Salvador: «Ho una mappa in testa. Strade interdette, da evitare a meno che io non sia veramente in ritardo».