Se il branco è rosa
SCUOLA EMOTIVA PER BULLE
Nel quadro di un bullismo scolastico che «qualitativamente sta cambiando», il fenomeno più rilevante è il fatto che il bullismo al femminile, sempre più precoce, è aumentato negli ultimi tre anni non solo tra le vittime (60 % dei casi) ma anche tra le persecutrici (3 episodi su 6) . L’emergenza è indubbiamente sollecitata da una maggior sensibilità nei confronti dell’aggressività nel rapporto tra i sessi, mentre risulta più difficile cogliere e comprendere quella tra ragazze.
Forse la prevaricazione femminile rappresenta l’effetto indesiderato dell’omologazione tra maschi e femmine che avviene sin dalla scuola materna ma che in realtà non riesce a cancellare una storia molto differente.
Mentre da secoli l’educazione ha incanalato l’aggressività maschile entro forme di competizione regolata, quella femminile è stata tradizionalmente affidata alle relazioni di parentela e vicinanza vigenti nella famiglia. In quell’ambito umbratile e riservato circolavano, temperandosi a vicenda, sentimenti di solidarietà e di invidia. Tutto cambia quando, in una società individualista e competitiva, le adolescenti incontrano, nella definizione di sé, un compito di autovalutazione che le trova impreparate. Mentre la scuola enfatizza e premia le prestazioni intellettuali, i sentimenti vengono delegati alla gestione individuale, col risultato di esprimersi talora in modo negativo.
Circolano infatti tra compagne di classe, sin dalle medie, tensioni di gelosia invidiosa che corrodono l’armonia collettiva, soprattutto se emerge una leader capace di riconoscerle e di indirizzarle contro le vittime designate, che non sono più le prime della classe, le «secchione», ma quelle che, per una ragione o per l’altra, non si conformano alle regole «estetiche» del gruppo. Il disorientamento è aggravato dall’immaturità delle protagoniste che si trovano sempre più precocemente ad affrontare la logica della seduzione, campo di prova della popolarità. Per sentirsi «vincenti» non contano più i valori dell’infanzia, quali l’obbedienza, l’impegno e la costanza, ma doti immeritate come la bellezza, la disinvoltura, la spavalderia. Per superare queste difficoltà risulta sempre più necessario che la scuola offra un’educazione morale, che induca i ragazzi a riflettere sui rapporti tra di loro e con gli adulti di riferimento, e li aiuti a gestire le complesse e contraddittorie emozioni dell’adolescenza.