Shaboo, raffica di sequestri È allarme baby spacciatori
Scavuzzo convoca i consoli cinese e filippino
L’Ucs della polizia locale è una piccola squadra antidroga specializzata in shaboo, la metanfetamina molto diffusa tra le comunità cinese e filippina. Solo dall’inizio dell’anno il pool ha concluso 26 arresti per oltre otto etti sequestrati. Un’enormità, perché si tratta di una droga potentissima che viene venduta in dosi da 0,1 grammi (per 15 euro). Spesso da pusher giovanissimi o addirittura minorenni. L’assessore Anna Scavuzzo: «Alleanza antidroga con le comunità cinese e filippina».
La donna esce dal portone. Tiene la bambina per mano. È sua figlia. Ha tre anni. Via Brusuglio è una piccola strada di Affori. S’avvicina un uomo, filippino, come la donna. Si trovano uno di fronte all’altro. Non si parlano. Soltanto le mani s’incrociano davanti agli occhi della piccola. L’uomo s’allontana. «Fermo, svuota le tasche». Altri agenti sono già vicini alla madre. Il cliente, 29 anni, ha comprato 0,2 grammi di shaboo. La mamma ha preso 30 euro. «Dobbiamo salire in casa e perquisire il suo appartamento». Quando aprono una porta del secondo piano, gli investigatori dell’Unità contrasto stupefacenti della polizia locale (Ucs) trovano altre due persone, uomo e donna. Abbandonati su un divano, tengono in mano una bottiglietta con dentro due dita d’acqua, una cannuccia infilata nella plastica, la stagnola sopra a far da braciere. Restano seduti, agitati da fremiti al centro di quella scena: che racconta come la metanfetamina, a Milano, stia devastando uomini, donne e famiglie delle comunità straniere, soprattutto quella filippina. In via Brusuglio, la bambina viveva con la mamma tossica (e spacciatrice), in attesa del padre in galera (spacciatore di shaboo), nella casa trasformata in crack house (dove gli acquirenti potevano anche consumare). Sui pavimenti: resti di cristalli già fumati. In accordo con il Tribunale per i minorenni, quella bambina è stata allontanata dalla casa. E oggi la madre, disintossicata, sta cercando di farsela riaffidare.
L’Ucs della polizia locale è una piccola e tenace squadra antidroga. Otto agenti. Li comanda una ragazza. Molto lavoro di strada; conoscono gli angoli di spaccio e le facce. Sullo shaboo hanno costruito negli anni una sorta di specializzazione. Lo raccontano i loro arresti, 26 (solo per questa sostanza) da inizio 2018. E i sequestri: oltre 8 etti in cinque mesi, che sono un’enormità, perché lo shaboo è una droga potentissima, decine di volte più della cocaina, e con effetti dilatati fino a 6-8 ore. Viene venduta in dosi da 0,1 grammi, 15 euro a dose. L’affare più redditizio della criminalità cinese, che ha preso un quasi monopolio di traffico e spaccio. È così da qualche anno. Dalle indagini della polizia locale, si leggono però alcuni cambiamenti. Soprattutto per il profilo dei pusher. Giovanissimi, spesso minorenni. E itineranti.
Il 22 marzo scorso gli agenti notano un ragazzino fermo tra via Cenisio e via Messina. Guarda il telefono e si guarda intorno. Lo tengono sotto controllo. Lo fermano alle 15.50, dopo uno scambio. Lui scalcia, prova a scappare. Nella tasca destra dei jeans, sul retro, ha 7,6 grammi di shaboo. Nella sinistra, 980 euro. Cifre che rivelano la redditività della sostanza: pochi grammi per incassare migliaia di euro. Il ragazzino, W. L., ha 16 anni; è arrivato da Prato, dove vive la famiglia; a Milano si appoggia in una casa di via Cogne, a Quarto Oggiaro, uno di quei tanti appartamenti che fanno da b&b clandestini, in cui il ricambio degli ospiti è continuo.
Copione analogo una ventina di giorni dopo, il 17 aprile. L. X., cinese, s’aggira sotto un palazzo in via Fermignano, zona Bruzzano, confine Nord di quel quadrante di città tra viale Jenner e Dergano che è diventato l’ambiente dove più spesso si incrocia lo spaccio di shaboo a Milano. L. X. vende
una dose e gli investigatori della polizia locale gli sono addosso. Un grammo e mezzo in tasca; quasi 120 in casa, nella stessa via. Solito alloggio in condivisione: il ragazzino è di Bologna, ha 17 anni e s’appoggia in quell’appartamento, dove viene fermata anche la sua complice, 16 anni. Il 27 aprile una ragazza cinese, 19 anni, residente in provincia di Pordenone, viene arrestata nel parchetto dei bambini in piazzale Segesta, a San Siro. Gli uomini della Locale la riconoscono perché l’hanno già controllata più volte insieme ad altri spacciatori. In tasca, due sacchetti di plastica, 10 grammi in totale. Nella borsetta, 445 euro recuperati con le dosi vendute fino a quel momento, le 17.30.
I due giovani arrestati il 28 maggio, 20 e 22 anni, vivevano invece nelle Marche, a Fermo e in provincia di Macerata. A Milano, spacciavano in viale Monte Ceneri e vivevano in una casa al 36 di viale Certosa, dove tenevano una sessantina di grammi, sacchetti di cellophane, bilancini elettronici.
Il sequestro più massiccio delle ultime settimane risale infine all’8 maggio. Ore 19.20, via Varchi, vicino a piazzale Lugano. Gli investigatori seguono un ragazzo (cinese, 21 anni) che entra ed esce più volte da un palazzo. Salgono in casa, un appartamento dove ha una stanza in affitto, chiusa a chiave. Dentro, in una scatola di scarpe, la scorta: 268 grammi di shaboo. E l’incasso della giornata, 910 euro.
La squadra L’Unità contrasto stupefacenti, guidata da una donna, è composta da 8 agenti