Corriere della Sera (Milano)

Bresso cade dopo 20 anni Il centrosini­stra «paga» la sede dell’hub migranti Cairo batte Vecchiarel­li. Gli azzurri: vince la sicurezza

- di Pierpaolo Lio

«G uardi, io non ci vado più lì a farmi la mia passeggiat­a: ho paura». Gisella Antonelli, pensionata, giura che è soprattutt­o per questo che dopo una vita a votare centrosini­stra, «quest’anno ho cambiato». «Lì» è il polmone verde a nord di Milano. E a spaventare la signora Gisella sono i profughi ospitati all’hub prefettizi­o per l’accoglienz­a dei richiedent­i asilo immerso nel parco. Insieme alle ragioni iper locali, a Bresso, oltre 25 mila abitanti alle porte del capoluogo, il tema immigrazio­ne ha giocato un ruolo importante nel risultato che ha visto a sorpresa il centrodest­ra imporsi già al primo turno in questo Comune guidato dal centrosini­stra da esattament­e vent’anni. «I problemi dell’immigrazio­ne e della sicurezza sono molto sentiti in città», conferma il nuovo sindaco, Simone Cairo, sostenuto da Lega, Forza Italia, FdI e due civiche. Ingegnere di 44 anni, fino all’altro giorno consiglier­e comunale della lista «Bresso è», è convinto che «le persone abbiano capito che voglio spendermi seriamente per trovare soluzioni». Che per l’hub vuol dire «ridurne la capienza e in futuro ritrasform­arlo nella base della protezione civile com’era un tempo» e per la sicurezza una ricetta fatta di «videosorve­glianza, controllo di vicinato e aumento dei vigili in strada».

Per lo sconfitto, il pd Ugo Vecchiarel­li «c’era forse una voglia di cambiament­o, dopo vent’anni: il centrosini­stra ha tenuto, abbiamo gli stessi voti di cinque anni fa, ma il centrodest­ra questa volta era unito. Di certo, poi, il tema dei migranti ha inciso. È stato sempre al centro dell’attenzione, prima e durante la campagna elettorale», ricorda il sindaco uscente. Eppure sull’hub, «che è una struttura che noi abbiamo subito», prevede, «poco cambierà». Non è quello che sperano i suoi concittadi­ni che ieri, sorpresi, commentava­no il risultato delle elezioni. «Io ho votato Vecchiarel­li, però sui migranti il centrodest­ra ha ragione, ce ne sono tantissimi in giro», dice ad esempio Marilena.

A questo si aggiungono i temi più locali. «Io ho votato Cairo perché ho visto la città peggiorare negli ultimi anni — spiega Emilio Di Noia —: c’è tanta incuria, e non parliamo della metrotranv­ia», il progetto della Milano-Seregno che stenta a decollare e che la nuova maggioranz­a considera ormai «superato» e da sostituire con un prolungame­nto in città della M5. «Va staccata la spina a quel progetto che è ormai su un binario morto da troppo tempo», conferma Cairo, che nel suo programma raccoglie anche il no alla vasca di laminazion­e del Seveso e «una migliore manutenzio­ne della città», ricorda. «Il risultato — commenta il coordinato­re milanese di Forza Italia, Fabio Altitonant­e — è la perfetta sintesi del connubio Forza Italia e Lega: la sicurezza ha sfondato, con la vergognosa questione dell’hub, ma abbiamo saputo proporre ai cittadini soluzioni su tanti temi importanti».

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