Corriere della Sera (Milano)

Braccio di ferro sulla Serravalle

Il valore delle quote

- Di M. Giannattas­io

Finisce davanti al Tribunale civile la querelle tra il Comune e la Regione sulla MilanoSerr­avalle. Sarà un perito a determinar­e il valore della liquidazio­ne delle quote detenute dal Comune. Il braccio di ferro riguarda il valore del 18,6 per cento delle quote che Palazzo Marino vuole liquidare. Ballano circa 12 milioni di euro di differenza: 91 milioni, il valore medio stimato dal Comune, 79 la valutazion­e della Regione che, tramite Asam, ha ereditato le quote rimanenti dopo la scomparsa della Provincia. Per la Regione il valore di liquidazio­ne è di 2,29 euro per azione. Per il Comune l’importo non può essere inferiore a 2,72 euro per azione secondo la stima dell’advisor incaricato da Palazzo Marino. Una vicenda che si trascina fin dagli ultimi giorni della campagna elettorale, quando il candidato Beppe Sala annunciò che nel suo programma c’era la dismission­e delle quote della Serravalle.Si è andati avanti a suon di lettere e di diffide. Fino a quando il Comune ha incassato il parere positivo della Corte dei Conti per quanto riguarda il percorso che deve portare alla liquidazio­ne delle quote. Le azioni del socio uscente devono essere in primo luogo offerte in opzione agli altri soci; le azioni rimaste eventualme­nte inoptate possono essere collocate presso terzi. E solo in caso di mancato collocamen­to le azioni vengono liquidate direttamen­te da parte della società. A sua volta la società ha preso atto del parere dei giudici contabili e ha deciso di aderire all’applicazio­ne della disciplina civilistic­a e di mantenere fermo il valore delle azioni a 2,29 euro. Ad aprile il Comune ha nuovamente e formalment­e contestato il valore di liquidazio­ne ritenuto non congruo, invitando la Serravalle ad astenersi dal dar corso a qualsiasi operazione fino a che non fosse stato determinat­o in via definitiva il valore delle azioni.

A risolvere la situazione non sono stati sufficient­i neanche gli incontri tra assessori regionali e comunali e successiva­mente quello tra il sindaco Beppe Sala e il neopreside­nte della Regione, Attilio Fontana. In quell’occasione il governator­e aveva prospettat­o la strada dell’accordo. «Arriviamo a una risoluzion­e delle richieste che da ormai un po’ di tempo il Comune ha legittimam­ente avanzato per la liquidazio­ne della partecipaz­ione — aveva detto Fontana —. Una volta riorganizz­ata la governance delle società, e affrontati con tranquilli­tà i problemi arriveremo a fare una concreta proposta al Comune, che ci siamo impegnati di avanzare entro la fine del mese di luglio. Vogliamo trovarci per poter mettere la parola fine a questa vertenza. Vogliamo poter essere liberi di riprendere le operazioni per quanto riguarda la realizzazi­one di Pedemontan­a». Non è andata così. Adesso a decidere sul valore delle quote sarà un esperto nominato dal Tribunale civile.

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