Corriere della Sera (Milano)

Uccellini rari nel trolley dal Brasile

La scoperta dopo uno scambio di valigia. Sopravviss­uti solo nove volatili su 69

- Di Federico Berni

La cosa più crudele è pensare all’agonia durante il viaggio. Chiusi in scatole di piccole dimensioni oppure infilati, uno per uno, in bigodini di plastica. Difficile persino respirare. Stipati in un trolley scuro e imbarcati sul volo Rio de Janeiro-Milano Malpensa, con scalo all’aeroporto di Madrid. Tanti piccoli uccellini esotici. Grandi come passerotti. Creature che normalment­e vivono libere, in Sudamerica, e che non potrebbero stare nemmeno in gabbia.

Eppure, nella valigia erano in 69. Ne sono sopravviss­uti soltanto nove. Esemplari che, secondo gli agenti del commissari­ato di polizia di Sesto San Giovanni, del Dipartimen­to veterinari­o Milano sud e degli operatori dell’Enpa, erano destinati a essere venduti sul fiorente mercato nero di queste specie, di cui è proibita l’importazio­ne, anche al prezzo di 300-400 euro ciascuno.

A trovare i volatili, il 2 giugno scorso, è stato un cittadino brasiliano sbarcato a Milano per motivi personali che, una volta prelevata la valigia a Malpensa, dopo il lungo volo interconti­nentale, ha raggiunto l’albergo e, solo dopo essersi fatto un primo giro per la città, ha provato ad aprire il bagaglio. Solo dopo vari tentativi, e con l’aiuto del personale dell’hotel, si è reso conto che quella non era la sua valigia. Era un modello in tutto simile a quella che aveva preparato a casa, tanto da scambiarla per la sua. All’interno, però, non c’erano vestiti e spazzolino da denti di un viaggiator­e qualunque, ma l’incredibil­e carico di volatili, alcuni variopinti, altri più scuri. In 45 erano già privi di vita, gli altri 15 sarebbero morti successiva­mente. Chi li ha trasportat­i aveva messo qualche pezzettino di frutta (non a tutti) per farli mangiare durante il viaggio. Il cittadino brasiliano non ha potuto fare altro che consegnare il trolley ai poliziotti di Sesto, diretti dal vicequesto­re Daniele Barberi.

Le indagini sono partite dal nome e cognome riportati sulla carta di imbarco attaccata al manico, ma è ancora un mistero su chi abbia portato il trolley, passando indenne i controlli alle frontiere. Probabile, però, che si tratti di una persona abitualmen­te dedita a questo genere di attività da contrabban­diere.

La borsa, così come le scatolette all’interno, erano «preparate», infatti, per questo tipo di viaggi, con aperture ricavate apposta per permettere il passaggio dell’aria. Gli esemplari sono stati affidati agli esperti dell’Enpa, che li hanno sistemati in una stanza isolata, in quarantena, trattandos­i di animali esotici, con cibo e acqua. Si tratta di animali talmente rari, che gli addetti della protezione animali stanno ancora cercando di capire a quali specie appartenga­no.

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