Giovani cervelli di ritorno portano la Silicon Valley nel cuore di corso Como
Sessanta giovani professionisti nella Silicon Valley di corso Como «Siamo rientrati dalla Danimarca per restituire lavoro a Milano»
Bending Spoons è la prima «fabbrica di app» italiana, con sede in corso Como e sessanta cervelli al lavoro. Fuori dalla porta sei a Milano, entri e ti ritrovi nella Silicon Valley. Un intero piano con un gruppo di ragazzi dall’età media di 28 anni.
C’è un’app per tutto, diceva una pubblicità. Ma delle app per gli smartphone si può anche campare? Se ne può fare un lavoro, un lavoro vero? Apple sostiene che in Europa 1,2 milioni di persone (dati 2017) hanno un impiego legato al mondo delle applicazioni. Sessanta di questi posti di lavoro sono in corso Como. Sopra la discoteca Hollywood, c’è un intero piano con un gruppo di ragazzi dall’età media di 28 anni.
L’azienda si chiama Bending Spoons. È la prima «fabbrica di app» italiana. Con l’ambizione, altissima ma non folle, di essere tra i leader mondiali. Varcare la soglia di Bending Spoons è come entrare in un teletrasporto. Fuori dalla porta sei a Milano, entri e ti ritrovi nella Silicon Valley. «Per i nostri ambienti ci siamo ispirati alle realtà americane ma con un tocco personale», spiega Matteo Danieli, uno dei cinque fondatori. Come le salette riunioni, «intitolate a persone che ci possono ispirare» aggiunge Matteo (e allora c’è la stanza Maria Curie, quella Leonardo Da Vinci ma anche una Elon Musk). Bending Spoons, il cui nome («cucchiai piegati») viene da una scena del film «Matrix», è nata a Copenaghen dall’idea di Danieli, 34 anni, vicentino, ingegnere delle telecomunicazioni, e dei suoi compagni di studi Luca Ferrari e Francesco Patarnello, più il torinese Luca Querella e il polacco Tomasz Greber. «Siamo nati in Danimarca ma abbiamo deciso di rientrare in Italia. Dopo una serie di valutazioni abbiamo scelto Milano. Anche perché è bello, da italiani, pensare di restituire qualcosa dove hai le tue radici».
L’azienda è cresciuta rapidamente e nell’ultimo anno ha raddoppiato l’organico. Softwaristi, ma anche designer, esperti di marketing, finanza e risorse umane, con un trenta per cento di donne. I segreti del successo sono due. Il primo è legato proprio alle app, per ora focalizzate sul mondo iPhone, più remunerativo: «Non ci affidiamo all’intuito ma abbiamo sviluppato modelli matematici che ci dicono in maniera precisa quali sono i temi più rilevanti per la gente. Ci concentriamo lì. Le nostre app sono gratuite ma offrono acquisti all’inter- no dell’applicazione o abbonamenti settimanali — spiega il co-fondatore dell’azienda — Abbiamo avuto finora oltre 100 milioni di download e questo ci ha permesso di auto-finanziarci».
Il secondo segreto non è tecnico ma è legato alle persone: i dipendenti sono scelti con estrema attenzione («Per ogni assunto valutiamo un centinaio di candidati. Il processo di selezione può durare anche più di due mesi») ma poi sono valorizzati e fatti sentire importanti. «Come premio — spiega Danieli — offriamo la possibilità di acquisire quote azionarie dell’azienda». L’organizzazione è molto poco gerarchica e «anche per questo motivo non abbiamo un amministratore delegato».
E ci sono benefit niente male. Il migliore? Ogni inverno, verso febbraio, quelli di Bending Spoons prendono i dipendenti e li portano per un mese in una meta da sogno. Dove fare i turisti, ma dove continuare a lavorare (col digitale si può fare) e cementare il gruppo. «Abbiamo fatto Giappone, Australia, Silicon Valley, Thailandia, Argentina. La prossima volta? Torneremo in Thailandia».