Morta in piscina Attesa perizia tossicologica
Il giallo di Lodi
Che quella di Josephine Odije Obehi è una morte «misteriosa e improvvisa» lo ha sottolineato anche don Renato Fiazza, il sacerdote che ieri mattina nella parrocchia di San Gualtero a Lodi ha celebrato i funerali della 35enne nigeriana annegata nella piscina di cascina Reghinera a Cavacurta dieci giorni fa. Una cerimonia semplice, con non più di un centinaio di persone, tra cui il compagno 78enne Stefano Acerbi e la sorella Stella. Se Acerbi da giorni si è chiuso nel silenzio, la sorella si è limitata a ripetere di non sapere «cosa sia successo quella notte» e che Josephine «sembrava serena come sempre». Un solo breve momento di tensione all’uscita dalla chiesa («L’hanno uccisa», ha esclamato un’amica nigeriana) e poi l’ultimo viaggio al cimitero Maggiore di Lodi dove la ragazza, di fede cattolica, è stata sepolta. Rimane ancora da definire il mistero sulle circostanze della morte: l’autopsia ha chiarito l’annegamento ed ha escluso cause come la rapina o la congestione in acqua. Le indagini tossicologiche, a questo punto decisive, sono attese a giorni sul tavolo del procuratore di Lodi Domenico Chiaro. Da ricostruire anche le ultime 24 ore della vittima attraverso l’esame del suo smartphone, procedura più complessa del previsto, per capire se Josephine in quella notte fra il 2 e il 3 giugno fosse sola o in compagnia di qualcun altro.