«Io, accusato da 18 donne riconosciuto innocente»
Sondrio
«Non scorderò mai quel giorno. Ero in sala operatoria pronto ad iniziare un intervento. I poliziotti sono entrati e mi hanno notificato il provvedimento di custodia cautelare. Scortato da loro sono uscito dall’ospedale e ho percorso a piedi la strada principale del paese per arrivare alla mia abitazione. Umiliato, esposto al pubblico ludibrio, quasi fossi un criminale. Durante i successivi tre mesi di arresti domiciliari ho seriamente pensato di farla finita». Domenico Spellecchia, 58 anni, originario di Avellino, non nasconde l’emozione, ma la voce è ferma mentre racconta la sua vicenda giudiziaria. Responsabile del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Chiavenna, dove ha lavorato per 22 anni, il 3 dicembre del 2014 è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su 18 pazienti. Cinque si sono costituite parte civile. L’assoluzione in primo grado con formula piena perché il fatto non sussiste, è arrivata quasi inaspettata. «Ero certo che dovesse finire così, perché sapevo di essere innocente, ma temevo che la gogna pubblica potesse influenzare i giudici», spiega il medico. Le prime accuse da parte di una paziente che aveva in cura da più di sette anni. Poi le telecamere e le cimici nell’ambulatorio dell’ospedale di Chiavenna dove si svolgevano le visite: per due mesi e mezzo i poliziotti hanno filmato tutto quello che accadeva all’interno dello studio, trovando le prove, secondo l’accusa, di altri abusi sessuali. «In realtà sono state proprio quelle immagini a documentare che non c’era nulla di morboso o penalmente rilevante nel mio comportamento. Nulla che non fosse ascrivibile a una normale visita ginecologica. Ma sono stati anni terribili: sospeso dal lavoro, allontanato dal presidio dove ho fatto nascere più di ottomila bambini. Ad aiutarmi il sostegno di mia moglie, dei miei figli e delle moltissime pazienti, che hanno creduto in me. Ora voglio tornare ad occupare il posto che mi è stato negato, voglio far crescere il reparto che dopo il mio allontanamento è stato svuotato. Ho sempre difeso le donne, mi sono sempre battuto per loro». La Procura potrebbe ricorrere in Appello. «Non ho più paura di nulla».