La gang dell’oro diretta dall’ufficio
Indicava le case da svaligiare, poi riciclava la refurtiva in società con un «compro oro». Ventitrè arrestati
Aveva terrorizzato il Pavese con un boom di rapine e furti. I carabinieri di Stradella (Pavia) hanno arrestato una banda di ladri e rapinatori dell’Est che aveva a capo un agente immobiliare.
Scaltri e perfettamente organizzati per andare a colpo sicuro, grazie al basista insospettabile che dirigeva i traffici e commissionava furti dalla sua villa in collina. Agiva così la gang dell’Est, una banda di ladri e rapinatori arrestati lunedì 18 giugno alle prime luci dell’alba, nel corso di un’operazione dei carabinieri di Stradella (Pavia), e delle compagnie di Piacenza, Milano, Brescia, Padova e Alessandria. A capo dell’attività c’era un agente immobiliare pavese, incensurato, e socio di un «Compro oro» di Casteggio (Pavia), abilissimo nell’indirizzare e dare soffiate a scassinatori e topi d’appartamento.
Ventitré le persone finite in manette, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, rapina, furto, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Valentina De Stefano di Pavia sotto la guida del procuratore capo Giorgio Reposo, è stata avviata nel febbraio 2017, dopo il boom di rapine e furti messi a segno in tutto l’Oltrepo Pavese, dove la gente viveva con il terrore di trovarsi la notte faccia a faccia con i ladri in camera da letto.
Case, negozi, ditte e box, venivano svaligiati grazie alle dritte dell’insospettabile «coordinatore» che, essendo un agente immobiliare della zona, conosceva molto bene il territorio, e spediva la sua banda di albanesi, moldavi e rumeni a far razzia nei posti giusti, dove era sicuro di portare a casa una refurtiva di tutto rispetto. Poi, con il giro dei «Compro Oro» e dei negozi dell’usato, riciclava gioielli ed orologi preziosi come Rolex e Panerai, e piazzava sul mercato nero ed estero gli oggetti di maggior valore. In un’occasione, l’uomo aveva commissionato anche il furto di alcune costose biciclette da corsa, con un valore dai 3 ai 5 mila euro, ai danni di ciclisti amatoriali, per poi rivenderle ad inconsapevoli appassionati.
Dal febbraio 2017 ad oggi, l’escalation di furti: in tutto sono 132 i colpi messi a segno in Lombardia, e nelle province di Piacenza, Padova e Alessandria; solo nei centri dell’Oltrepo Pavese, dove i banditi vivevano, se ne contano 94.
I rapinatori dell’Est agivano in tre gruppi distinti: uno formato da soggetti di nazionalità albanese residenti a Stradella, uno da rumeni e moldavi di San Damiano al Colle, e uno di moldavi e kosovari che vivevano nel piacentino. C’era il gruppo specializzato in rapine efferate, quello che eccelleva con i furti in appartamento, e quello che si adoperava a scassinare e a mettere fuori uso i sistemi di sorveglianza di decine di aziende. Tutti avevano lo stesso «datore di lavoro»: l’agente immobiliare di Casteggio esigente e stakanovista al quale molti pavesi si erano affidati per la compravendita di case e terreni. E se qualcuno della sua gang tornava al Paese d’origine per far visita alla famiglia, assentandosi per troppo tempo, partivano le telefonate di rimprovero e richiamo all’ordine: i suoi uomini non c’erano e lui, avido di business, non sapeva a chi commissionare appartamenti da svaligiare e malcapitati da derubare.