Blocco dei diesel e proteste Sala: 90 giorni senza multe
Il sindaco: nessuno del governo si è fatto sentire
Due anni da sindaco. Beppe Sala traccia il bilancio e guarda al futuro. Prima questione: la Low emission zone (Lez). L’ipotesi è che il blocco delle auto inquinanti riguardi anche il sabato e oltre le 19.30. Ma per tre mesi niente multe. Protestano i commercianti. La seconda riguarda l’aumento del biglietto dei mezzi: si deciderà a settembre. I rapporti con il governo? «Stupito che nessuno si sia fatto vivo».
Low emission zone (Lez) anche di sabato e oltre le 19,30. È questa l’ipotesi allo studio del Comune che pure sta lavorando a un approccio graduale ai divieti. «Saranno previsti dei passaggi annuali massimi in modo tale da accompagnare il provvedimento», ha spiegato il sindaco Beppe Sala ieri durante l’intervista collettiva con l’associazione Cronisti in Comune. «È una fatica ma dobbiamo abbassare il numero di auto che possiedono i milanesi perché così funzionano le grandi città». La Lez partirà il 21 gennaio con il blocco dei diesel Euro 0, 1, 2 e 3. L’ipotesi è che lo stop vada dal lunedì al sabato, dalle 7,30 alle 21,30. Per mitigare gli effetti della nuova disciplina nei primi tre mesi non saranno elevate contravvenzioni. Agli automobilisti arriverà una lettera di avvertimento. Questo per evitare la grandinata di multe, con annesse polemiche e proteste, come è successo in passato con gli autovelox. Previsti anche un pacchetto di giorni per ogni automobilista (4 o 5) in cui sarà possibile entrare nonostante i divieti. Il Comune metterà a disposizione 6 milioni di euro di incentivi per il cambio dei veicoli merci. Deroghe che però non hanno placato l’opposizione delle categorie. «Siamo sotto infrazione europea per l’inquinamento e siamo tutti d’accordo sulla necessità di combattere l’inquinamento ma così si bloccano i rifornimenti merci per la città — dice Simonpaolo Buongiardino, vicepresidente di Confcommercio che ieri ha incontrato l’assessore Marco Granelli insieme alle altre associazioni di rappresentanza — Inaccettabile il blocco del sabato e l’orario fino alle 21,30. Si faccia come per Area C alle 19,30 così da permettere il rifornimento alle attività commerciali». «Il nostro obiettivo — replica Granelli — è dare una scossa al mercato. Perciò pensiamo al sabato. Mentre per le 21,30 stiamo valutando».
L’intervista con la neonata associazione Cronisti in Comune voleva anche celebrare il secondo compleanno a Palazzo Marino del sindaco Sala. Tanti allora i temi toccati. Uno dei più caldi è quello del rapporto, fin qui inesistente, col nuovo governo. Il sindaco misura le parole ma il tono moderato nasconde solo in parte il malumore e la preoccupazione: «Lo dico senza polemiche ma sono poco più di tre settimane che c’è il governo e io non ho ancora sentito il presidente del Consiglio e nessuno dei ministri. Nessuno si è fatto sentire con il sindaco di Milano. Mi aspetterei un riconoscimento del ruolo della città». I timori pratici sono legati soprattutto ai finanziamenti delle opere indicate nel Patto per Milano, tra le quali i prolungamento delle metropolitane, la lilla fino a Monza e la rossa fino Baggio. Opere che il governo dovrebbe, stando ai patti, finanziare «almeno per il 60-70 per cento». Indirettamente collegata al tema metropolitane è la partita sull’aumento del biglietto Atm. Anche qui la speranza è riposta nella sensibilità del governo di Giuseppe Conte. In pratica si deciderà a settembre, ma senza un revisione del finanziamento al trasporto pubblico locale, e una revisione dei parametri che lo determinano, l’aumento a due euro del ticket sarà inevitabile.
Si parla, come è ovvio, di migranti, sicurezza e rom. A Matteo Salvini il sindaco chiede un confronto tecnico perché «a proclami non si va da nessuna parte». «Ora stiamo fronteggiando un tipo di migrazione diversa che apparentemente mette più in crisi i nostri valori», spiega Sala: «Ora c’è il tema dell’uomo nero che spaventa. Questa è la verità». «E che sia chiaro — conclude — che sono io l’ultimo a dire che la sinistra ha fatto tutto bene sul tema della migrazione. Abbiamo sbagliato anche moltissimo: noi siamo stati in grado di offrire un modello alternativo». L’impegno però rimane: offrire una soluzione per la preghiera islamica ai 70 mila musulmani in ossequio al dettato costituzionale sulla libertà di culto. Su questo, garantisce Sala, non arretro. Quanto ai rom, l’indicazione è altrettanto chiara: i campi irregolari saranno sgomberati, mentre per i cinque autorizzati per ora soluzioni alternative non se ne vedono.
Due anni di mandato alle spalle e tre ancora davanti. Cinque anni è l’orizzonte ideale, né troppo né troppo poco. E dopo? Sulla ricandidatura si deciderà più avanti, nell’estate del 2020: «Fare il sindaco è molto faticoso, cercherò di capire le energie che avrò, fisiche e mentali».
Vorrei si affrontasse la questione migranti in maniera lucida, non come scontro elettorale