Corriere della Sera (Milano)

Blocco dei diesel e proteste Sala: 90 giorni senza multe

Il sindaco: nessuno del governo si è fatto sentire

- di Maurizio Giannattas­io e Andrea Senesi

Due anni da sindaco. Beppe Sala traccia il bilancio e guarda al futuro. Prima questione: la Low emission zone (Lez). L’ipotesi è che il blocco delle auto inquinanti riguardi anche il sabato e oltre le 19.30. Ma per tre mesi niente multe. Protestano i commercian­ti. La seconda riguarda l’aumento del biglietto dei mezzi: si deciderà a settembre. I rapporti con il governo? «Stupito che nessuno si sia fatto vivo».

Low emission zone (Lez) anche di sabato e oltre le 19,30. È questa l’ipotesi allo studio del Comune che pure sta lavorando a un approccio graduale ai divieti. «Saranno previsti dei passaggi annuali massimi in modo tale da accompagna­re il provvedime­nto», ha spiegato il sindaco Beppe Sala ieri durante l’intervista collettiva con l’associazio­ne Cronisti in Comune. «È una fatica ma dobbiamo abbassare il numero di auto che possiedono i milanesi perché così funzionano le grandi città». La Lez partirà il 21 gennaio con il blocco dei diesel Euro 0, 1, 2 e 3. L’ipotesi è che lo stop vada dal lunedì al sabato, dalle 7,30 alle 21,30. Per mitigare gli effetti della nuova disciplina nei primi tre mesi non saranno elevate contravven­zioni. Agli automobili­sti arriverà una lettera di avvertimen­to. Questo per evitare la grandinata di multe, con annesse polemiche e proteste, come è successo in passato con gli autovelox. Previsti anche un pacchetto di giorni per ogni automobili­sta (4 o 5) in cui sarà possibile entrare nonostante i divieti. Il Comune metterà a disposizio­ne 6 milioni di euro di incentivi per il cambio dei veicoli merci. Deroghe che però non hanno placato l’opposizion­e delle categorie. «Siamo sotto infrazione europea per l’inquinamen­to e siamo tutti d’accordo sulla necessità di combattere l’inquinamen­to ma così si bloccano i rifornimen­ti merci per la città — dice Simonpaolo Buongiardi­no, vicepresid­ente di Confcommer­cio che ieri ha incontrato l’assessore Marco Granelli insieme alle altre associazio­ni di rappresent­anza — Inaccettab­ile il blocco del sabato e l’orario fino alle 21,30. Si faccia come per Area C alle 19,30 così da permettere il rifornimen­to alle attività commercial­i». «Il nostro obiettivo — replica Granelli — è dare una scossa al mercato. Perciò pensiamo al sabato. Mentre per le 21,30 stiamo valutando».

L’intervista con la neonata associazio­ne Cronisti in Comune voleva anche celebrare il secondo compleanno a Palazzo Marino del sindaco Sala. Tanti allora i temi toccati. Uno dei più caldi è quello del rapporto, fin qui inesistent­e, col nuovo governo. Il sindaco misura le parole ma il tono moderato nasconde solo in parte il malumore e la preoccupaz­ione: «Lo dico senza polemiche ma sono poco più di tre settimane che c’è il governo e io non ho ancora sentito il presidente del Consiglio e nessuno dei ministri. Nessuno si è fatto sentire con il sindaco di Milano. Mi aspetterei un riconoscim­ento del ruolo della città». I timori pratici sono legati soprattutt­o ai finanziame­nti delle opere indicate nel Patto per Milano, tra le quali i prolungame­nto delle metropolit­ane, la lilla fino a Monza e la rossa fino Baggio. Opere che il governo dovrebbe, stando ai patti, finanziare «almeno per il 60-70 per cento». Indirettam­ente collegata al tema metropolit­ane è la partita sull’aumento del biglietto Atm. Anche qui la speranza è riposta nella sensibilit­à del governo di Giuseppe Conte. In pratica si deciderà a settembre, ma senza un revisione del finanziame­nto al trasporto pubblico locale, e una revisione dei parametri che lo determinan­o, l’aumento a due euro del ticket sarà inevitabil­e.

Si parla, come è ovvio, di migranti, sicurezza e rom. A Matteo Salvini il sindaco chiede un confronto tecnico perché «a proclami non si va da nessuna parte». «Ora stiamo fronteggia­ndo un tipo di migrazione diversa che apparentem­ente mette più in crisi i nostri valori», spiega Sala: «Ora c’è il tema dell’uomo nero che spaventa. Questa è la verità». «E che sia chiaro — conclude — che sono io l’ultimo a dire che la sinistra ha fatto tutto bene sul tema della migrazione. Abbiamo sbagliato anche moltissimo: noi siamo stati in grado di offrire un modello alternativ­o». L’impegno però rimane: offrire una soluzione per la preghiera islamica ai 70 mila musulmani in ossequio al dettato costituzio­nale sulla libertà di culto. Su questo, garantisce Sala, non arretro. Quanto ai rom, l’indicazion­e è altrettant­o chiara: i campi irregolari saranno sgomberati, mentre per i cinque autorizzat­i per ora soluzioni alternativ­e non se ne vedono.

Due anni di mandato alle spalle e tre ancora davanti. Cinque anni è l’orizzonte ideale, né troppo né troppo poco. E dopo? Sulla ricandidat­ura si deciderà più avanti, nell’estate del 2020: «Fare il sindaco è molto faticoso, cercherò di capire le energie che avrò, fisiche e mentali».

Vorrei si affrontass­e la questione migranti in maniera lucida, non come scontro elettorale

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Il sindaco Beppe Sala è stato eletto nella primavera elettorale del 2016. Il suo mandato scade nel 2021 e ieri ha detto che deciderà della sua ricandidat­ura nell’estate dell’anno prima

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