Ingoia il tappo, muore bimba di 7 mesi
La piccola era in casa con la madre e stava giocando con il fratellino di due anni
Lunedì mattina, una bambina di sette mesi è morta dopo aver inghiottito il tappo di un flacone di deodorante con cui stava giocando con il fratellino di due anni. La tragedia è avvenuta in un palazzo di zona Certosa. Inutili i tentativi di soccorso, quando l’ambulanza è arrivata all’ospedale Buzzi, la bimba era già morta. Il pm ora valuterà se ci sia stata una forma di «negligenza» o «omessa vigilanza».
Era una mattina come tante, o almeno, al momento, è quel che si può presumere; perché le circostanze in cui la neonata è morta sono del tutto analoghe a quelle che ogni famiglia con bambini piccoli ha vissuto, conosce o ricorda: la piccolina, 7 mesi, sveglia da poco; il fratello, due anni, che le gira intorno, si allontana, prende un gioco, ritorna, fino a che — proprio questo che sarebbe accaduto, stando alla prima ricostruzione — per caso nota un piccolo flacone di deodorante. Lo afferra, stacca il tappo e lo porge alla sorellina; lei se lo rigira un po’ tra le mani, incuriosita, infine se lo porta alla bocca e inizia a stringerlo tra le gengive. Qualche minuto dopo, in quel palazzo di zona Certosa, la mamma dei due bambini, sola in casa con i figli, inizia a urlare. Poi esce e, agitata, si attacca al campanello dell’appartamento vicino. Apre un uomo, che subito si rende conto di cosa stia avvenendo, e chiama il 118: «Fate presto, c’è una neonata che non respira più, ha ingoiato un piccolo tappo, sta soffocando». Sono passate da poco le 7 di lunedì mattina, mentre l’ambulanza corre nel traffico verso l’ospedale. Quando arriva al pronto soccorso del «Buzzi», la bambina è già morta.
Gli atti e i documenti medici che raccontano questa vicenda sono ora sul tavolo del pubblico ministero di turno, Maurizio Ascione, che, con la polizia giudiziaria della Procura, dovrà accertare se solo di una disgrazia si sia trattato (come sembra al momento), o se ci sia stata una qualche forma «negligenza», di «omessa vigilanza». Verrà fatta l’autopsia sul corpo della bambina, primo passaggio dell’approfondimento giudiziario. Saranno fatte le altre verifiche possibili, ed è presumibile che i genitori della piccola vengano indagati, come atto dovuto, per assicurare loro tutte le garanzie durante gli accertamenti. Dalle prime testimonianze la dinamica appare però piuttosto lineare, e nella casa c’erano soltanto la madre e i due bambini, sarà dunque in ogni caso complesso portare avanti altre ipotesi. Il fascicolo d’inchiesta è stato aperto con l’ipotesi di omicidio colposo.
La madre della bimba è una giovane ragazza araba, parlava soltanto un italiano stentato e anche in ospedale, per spiegare cosa fosse accaduto, è stata seguita e assistita dal vicino di casa.
Sia i soccorritori, sia i medici del primo soccorso hanno provato a fare qualsiasi cosa pur di salvare la bambina, l’hanno tentato in casa e poi, quando si sono resi conto che le condizioni erano disperate, hanno comunque cercato di portarla il prima possibile in pronto soccorso: sono andati al «Buzzi» non perché sia un ospedale pediatrico, ma perché in quel momento era quello più vicino per un tentativo estremo di rianimazione. Dall’ospedale è stata poi inviata in Procura la segnalazione «per decesso di una neonata».
Nella serata della prima domenica dello scorso maggio, sempre al «Buzzi», era arrivata una bimba, 3 anni, soffocata da un acino d’uva. Era in casa con il padre, che nel pomeriggio, quando s’è reso conto che la figlia non respirava più, l’ha portata al pronto soccorso di Vimercate. I medici sono riusciti a farle riprendere il battito del cuore, l’hanno tenuta in vita e poi, dopo qualche ora, l’hanno trasferita nell’ospedale milanese, dove la piccola è però morta all’inizio della nottata.
Il fascicolo in Procura Il pm Ascione farà accertamenti sulle ipotesi di «negligenza» e «omessa vigilanza»