Iaia Forte, un simbolo «contro»
L’attrice premiata allo Strehler è in scena al No’hma con un testo sui migranti
Sono due le ragioni che conducono Iaia Forte a Milano: uno spettacolo teatrale e un premio. Quest’ultimo le sarà consegnato venerdì al Teatro Strehler nell’ambito del Festival Mix, la rassegna di cinema gaylesbico e queer culture, giunto alla sua 32esima edizione (festivalmixmilano.com). «Mi consegneranno il Premio Queen of Comedy. Me lo diceva sempre Nanni Moretti che ero un’icona gay! E, in questo momento così “pericoloso”, sono felice di ricevere un premio che riconosce la diversità come valore che viene riconosciuto».
Spiritosa, solare e impegnata com’è sempre stata, l’attrice napoletana che tanto ha lavorato, sul palcoscenico e sul set, con grandi registi come Mario Martone, Pappi Corsicato, Toni Servillo, Carlo Cecchi, Federico Tiezzi e Luca Ronconi. Ma di diversità, un altro tipo di diversità, parla anche «Cassandra on the road», testo scritto da Lina Prosa, che Iaia Forte, sotto la guida registica di Marco Rampoldi, interpreterà in forma di lettura scenica allo Spazio Tete atro No’hma stasera e domani. La diversità in questione è quella dei migranti, della loro vita ai margini nei paesi di (pseudo) accoglienza. Altro tema scottante insieme a quello delle scelte sessuali di ognuno di noi. Lina Prosa, drammaturga e regista teatrale siciliana apprezzata a livello internazionale, più volte ospi- al Piccolo Teatro, ha attualizzato la figura di Cassandra, principessa troiana figlia di Ecuba e del re Priamo, sacerdotessa di Apollo con doti di nefasta veggente, fatta schiava da Agamennone che la porterà come bottino di guerra e concubina a Tebe, dove le sue profezie di morte rimarranno inascoltate. «Nel testo di Lina Prosa – spiega Iaia Forte – Cassandra è un’immigrata greca a New York che lavora come operaia alla Coca-Cola. Prevede una crisi che non solo destabilizzerà la fabbrica, ma anche il sistema economico fondato sullo sfruttamento e sull’alienazione di operai e migranti. Non viene ascoltata. E il padrone, Agamennone, la licenzia. Un testo visionario, una lingua senza consequenzialità logico-narrativa che profetizza un mondo contemporaneo in procinto di affondare come il Titanic». Ma allo stesso tempo Cassandra conserva il suo sostrato mitologico. Tra passato e presente, in lei si fondono gli scenari della guerra di Troia e della realtà violenta del nostro tempo: i cancelli della fabbrica sono le porte di Tebe, Agamennone è sia l’eroe vincitore che il padrone della fabbrica o il camionista che la stupra per poi lasciarla in strada. Cassandra, tanto donna quanto profetessa, non riesce a sfuggire al suo destino di straniera e di nomade. Nei secoli dei secoli.