Un Fresu «mistico» alla Milanesiana
«All’inizio ero perplesso: come si potevano riprendere nel jazz delle laudi medievali? Poi ho pensato che tanto il jazz come queste canzoni erano espressioni popolari, di una fede e di un gusto della gente comune; poi, studiandole, ho notato una similitudine anche musicale: entrambe sono puramente melodiche, quindi più vicine al linguaggio jazz rispetto a Mozart o Beethoven». Così è nato «Altissima luce», uno dei progetti più originali di Paolo Fresu, che stasera lo porta alla Milanesiana con il bandoneon di Daniele Di Bonaventura (ore 21, Audiorium Banco BPM, v. Massaua 6, ingr. lib. tel. 02.87.905), momento clou dopo le letture, tra gli altri, di Nuccio Ordine e Liliana Cavani, la consegna premio Rosa d’oro della Milanesiana a Joshua Ferris. Fresu ha scelto «secondo un gusto puramente estetico» 13 dei 46 brani contenuti nel Laudario di Cortona, da quello che dà il titolo all’intera opera a «Onne omo ad alta voce» e «Voi che amate lo Criatore». Le ha appena incise con la sua tromba per la rivista «Amadeus»: «Qualche volta ho fatto variazioni minime nella melodia, anche solo due note, altrove ho modificato di più, ma credo che la spiritualità originale sia rimasta: mi sento cristiano e credo che queste melodie abbiano in sé un messaggio universale capace di attraversare il tempo».