Il disagio psichico diventa sit-com
Lecco, l’iniziativa di volontariato sale sul palco
Casa Baiocco approda in teatro. L’esperienza delle cene di Gianfranco Baiocco e Franca Riva, aperte a persone con disagio psichico, diventa una sorta di sit-com. E loro stessi ne sono i protagonisti.
Casa Baiocco. Il nome è da sit com. Con i protagonisti, Gianfranco e Franca, novelli Sandra e Raimondo, che battibeccano su chi deve lavare i piatti o discutono perché alle carte vince sempre lui. Assistono divertiti gli ospiti, che diventano attori per una sera. Applaude il pubblico. Lo spettacolo messo in scena all’oratorio di Rossino, frazione di Calolziocorte, nel Lecchese, ha raccolto un tale successo da rinnovarsi di anno in anno: a breve sul palco la quinta edizione, cambia la trama, identico il canovaccio.
In realtà «Casa Baiocco» altro non è se non quanto accade realmente ogni venerdì sera da ormai quindici anni nell’appartamento di Gianfranco Baiocco e Franca Riva, 66 anni lui, origini marchigiane, 65 lei, due figli, due nipoti e la cultura dell’accoglienza tanto da ospitare ogni settimana un gruppo di ragazzi e adulti che soffrono di disagio psichico. C’è Giuseppe, medicine e ricoveri sono alle spalle. Bartolo, non parla mai, ma con gli occhi scuri scruta gli interlocutori e si fa comprendere. Raffaele, ha passato un brutto periodo, adesso però dipinge e da tre anni si è anche fidanzato. Rocco, il più loquace, un fiume in piena. E ancora Emanuele, Marco, Ferruccio. Quasi tutti hanno perso i genitori, e il desiderio è quello di farli sentire a casa. Qualcuno apparecchia, mentre Franca cucina. Poi si gioca a carte, il ping pong, la televisione. Infine tutti insieme al vicino oratorio di Rossino per tirare quattro calci al pallone. «Tutto è nato da un corso sul disagio psichico a cui casualmente, perché nessuno dei miei parenti soffre di disturbi mentali, ho deciso di partecipare — racconta Gianfranco—. Al termine il parroco di Foppenico mi ha invitato a conoscere meglio alcune di queste persone. Io e mia moglie siamo rimasti così colpiti che abbiamo deciso di fare qualcosa per loro. L’affitto di un capannone a Olginate e la creazione dell’associazione di volontariato
Gli ideatori
Ogni venerdì due coniugi lecchesi ospitano persone con disturbi mentali
Gianfranco Vado a prenderli nelle strutture dove vivono e mangiamo insieme. Siamo così affiatati che da questa esperienza è nato uno show e i ragazzi ritrovano una famiglia
Talita Kum. Insieme, la parrocchia, la cooperativa, il servizio di collocamento disabili della Provincia di Lecco, si cerca di impiegarli in attività lavorative. Recuperiamo gli oggetti che ci regalano, dagli abiti agli elettrodomestici, e li ricicliamo. Abbiamo aperto anche una sorta di boutique».
Una vicinanza fatta di impegno concreto, vacanze in montagna ad agosto e la cena il venerdì sera. «Vado a prenderli nelle strutture di residenzialità leggera dove vivono e mangiamo insieme. Siamo così affiatati che da questa esperienza è nata una rappresentazione teatrale, dove i
Franca È iniziato con un corso sul disagio psichico a cui abbiamo partecipato per caso Esperienza che ci ha colpito, abbiamo deciso di fare qualcosa per queste persone
Criticità
«Non mancano i momenti difficili, non tutti comprendono, il diverso spaventa»
protagonisti siamo noi, con le litigate, le risate, la musica — sorride Gianfranco —. Non sono mancati i momenti difficili, non tutti comprendono la malattia, il diverso può spaventare. Ma noi lo facciamo perché vogliamo che questi giovani e adulti ritrovino, fosse solo per qualche ora, il senso della famiglia. E sapere di fare la cosa giusta ci spinge a continuare, tanto che da qualche tempo abbiamo aperto le porte ai profughi. Tutti i mercoledì una decina pranzano con noi». La cena è finita. Marco tiene gli occhi bassi, Giuseppe tesse le fila di un racconto senza fine, qualcuno rovescia una bottiglia di succo, suscitando il divertito rimbrotto di Franca. Come in una famiglia come le altre, ma un po’ più speciale.