Corriere della Sera (Milano)

UN FUTURO DI CRESCITA GLOBALE

- Di Giampiero Rossi

Nella stessa giornata, nella stessa città si è parlato di Olimpiadi 2026 e del crollo di un balcone in uno stabile popolare di periferia. Una sintesi perfetta della doppia velocità di Milano, protesa verso un ruolo ambizioso sullo scenario internazio­nale e contempora­neamente alle prese con imbarazzan­ti arretratez­ze. E non si tratta soltanto di strutture, edifici o luoghi, ma anche di umanità, di cittadini. Perché la distanza tra la metropoli europea e la città dei balconi che cadono si misura anche in redditi e cultura. E in prospettiv­a è questo il gap più pericoloso, quello che potrebbe rivelarsi fatale per le aspirazion­i di Milano. Deve essere accolto come un monito, dunque, il messaggio lanciato dall’annuale rapporto della Fondazione Ambrosiane­um, presentato — ironia della sorte — nelle stesse ore in cui si discuteva di candidatur­e olimpiche e di case sbriciolat­e. Sin dal titolo, «Agenda 2040», suggerisce di alzare lo sguardo verso un orizzonte più lungo di qualsiasi legislatur­a o doppio mandato. A partire dalla demografia: perché, come spiega il presidente dell’Ambrosiane­um, Marco Garzonio, «nonostante i fili spinati incombenti e i porti chiusi, nel futuro rischiamo di non avere più milanesi». E allora conviene, anzi si deve imboccare senza indugi ulteriori un percorso davvero inclusivo, inevitabil­mente fondato sulla crescita culturale (ma non solo) dell’intera città e non di una sua parte. Altrimenti il futuro rischia di rimanere un punto nell’orizzonte.

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