Corriere della Sera (Milano)

Tre villaggi olimpici per i Giochi

Podio sotto la Madonnina e due nuovi palasport. I residence degli atleti allo Scalo Romana

- di Andrea Senesi

Il dossier per ospitare i giochi invernali del 2026 è arrivato ieri al Coni. Si tratta di una candidatur­a divisa in tre «aree». La città e l’hinterland, la Valtellina, l’Engadina. Milano e i suoi palazzetti saranno il teatro delle discipline del «ghiaccio. Tre villaggi olimpici, quattro fan zone, piazza Duomo per le cerimonie e le medaglie. Il sogno di Milano Olimpica prende forma. Si defila però il M5S.

Tre villaggi olimpici, quattro fan zone, piazza Duomo per le cerimonie e le medaglie. Il sogno di Milano Olimpica prende forma. Il dossier per ospitare i giochi invernali del 2026 è arrivato ieri al Coni. Si tratta di una candidatur­a spalmata su tre «aree». La città e l’hinterland, la Valtellina, l’Engadina.

Milano e i suoi palazzetti saranno il teatro delle discipline del «ghiaccio». Le gare al coperto si svolgerann­o tra il nuovo Palalido (hockey), l’ex Palasharp (dove sorgerà un nuovo impianto per il curling), il Forum di Assago (pattinaggi­o), una tensostrut­tura in zona Portello per l’hockey femminile e infine il futuro palazzetto dello sport, un’arena da 18 mila posti che dovrebbe ospitare a Santa Giulia le gare di velocità. Il PalaOlimpi­co, secondo i piani, nascerà praticamen­te a fianco del primo e più grande dei tre villaggi olimpici previsti: quello cittadino, lo ha annunciato lo stesso Beppe Sala, sarà allestito in uno scalo dismesso. Allo scalo Romana, nello specifico, 220 mila metri quadrati di binari e magazzini abbandonat­i. Due estati fa quegli spazi accolsero la festa milanese dell’Unità, dieci anni dopo potrebbe toccare agli atleti di hockey, curling e pattinaggi­o. Un’area a metà strada tra Linate e il centro storico, tra l’aeroporto cittadino e le location dove i Giochi 2026 avranno le vetrine più prestigios­e: piazza Duomo si trasformer­à in medals plaza, mentre il dossier prevede ben quatto aree di ritrovo per i fan, con maxischerm­i e momenti a tema: il Castello, piazza Gae Aulenti, piazza Tre Torri e la Darsena.

Milano, Svizzera. Perché se il Coni e il governo decidesser­o, entro il 10 luglio, che la capitale del Nord ha più chance olimpiche delle competitor italiane — Torino e Cortina — e se poi il Cio l’anno prossimo assegnasse davvero i Giochi all’Italia, Milano 2026 si andrebbe a s v i luppa re su un’area geografica enorme. Le gare di sci, fondo e discesa, finirebber­o in Valtellina, sulle piste che già ospitano le specialità di coppa del mondo, Bormio e Santa Caterina Valfurva, mentre bob, slittino e salti dal trampolino sconfinere­bbero in Engadina. Ognuna delle tre «macro-aree» avrà ovviamente il suo villaggio olimpico. Detto della scalo Romana a Milano, il dossier individua per la Valtellina i padiglioni del vecchio ospedale di Sondalo e una struttura alberghier­a di Sankt Moritz per il terzo mini-villaggio degli atleti in gara.

Oggi il presidente del Coni Giovanni Malagò è a Milano per incontrare il governator­e Attilio Fontana e Beppe Sala. «Ne ho parlato con Giorgetti e Malagò — ha detto il sindaco — . Il punto vero è capire quali possibilit­à hanno le tre candidatur­e italiane. A Torino avevo offerto all’inizio una collaboraz­ione, ma c’era stata un blocco del “sistema” locale, per cui siamo andati avanti e ora deciderà il governo. Rimango convinto che non sia facile che a soli 12 anni di distanza vengano riassegnat­e le Olimpiadi a Torino e che quindi sarebbe stato meglio che le due città lavorasser­o insieme». «Il nostro progetto è migliore», fa sintesi Fontana.

La sfida è lanciata. Il fronte milanese mette dalla stessa parte la Regione a guida leghista e il Comune di centrosini­stra. Gl unici che si sfilano sono i Cinque Stelle, in evidente imbarazzo politico per la concorrenz­a della Torino di Chiara Appendino. Una prova si è avuta ieri al Pirellone. La mozione della pd Carmela Rozza, a sostegno della candidatur­a lombarda, ha ricevuto il sì di tutto il Consiglio regionale, con l’eccezione degli eletti grillini, nel frattempo usciti dall’aula.

Sala Il punto vero è capire quali possibilit­à hanno le tre candidatur­e italiane

A Torino c’è stato un blocco del sistema locale, noi andremo avanti e deciderà il governo

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