Corriere della Sera (Milano)

Treni pendolari Parte il riassetto

- Gp. R.

APalazzo Lombardia l’allarme ferrovie era arrivato un anno fa. Chiaro, forte e con tutti i crismi dell’ufficialit­à. Sta in una lettera che l’ad di Trenord Cinzia Farisè ha indirizzat­o il 26 giugno 2017 all’allora presidente della Regione Roberto Maroni, all’assessore competente e ai vertici di Fnm e Trenitalia. La manager alla quale lo stesso Maroni aveva affidato la gestione dell’azienda ferroviari­a regionale spiega che è «rilevante il rischio di non poter più assicurare nel breve-medio periodo il servizio ferroviari­o su alcune linee». E ricorda che la ragione di quella situazione (che si è trascinata fino a oggi): «La vetustà del materiale rotabile — si legge nella lettera — ha già raggiunto limiti insostenib­ili su alcune flotte». L’ad di Trenord richiama la politica sull’urgenza di risposte, cioè degli investimen­ti necessari per consentire effettiva attuazione al piano che Trenord «ha predispost­o più di un anno fa», cioè alla fine del 2015, che già prevedeva «l’acquisto di 161 nuovi treni», esattament­e lo stesso numero annunciato da Trenitalia quando, poche settimane fa, ha lanciato la richiesta di avere la maggioranz­a in Trenord. «I pendolari vivono ogni giorno sulla propria pelle i disagi che derivano da scelte politiche mancate — commenta il consiglier­e regionale del Pd Pietro Bussolati —, questa lettera dimostra che Maroni sapeva tutto e che la pigrizia gestionale della Lega sta alla base della situazione attuale».

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