Corriere della Sera (Milano)

Allarme ignorato all’Old Fashion prima della rissa

Le parole dell’amica Zoe. E lui: ero circondato

- Di Giuseppe Guastella

Un muro divide i due gruppi protagonis­ti della rissa che domenica scorsa ha lasciato Niccolò Bettarini ferito a coltellate sull’asfalto fuori dall’Old Fashion: da un lato i quattro arrestati accusati di tentativo di omicidio che si difendono negando di aver accoltella­to il figlio della conduttric­e tv Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini; dall’altro gli amici della vittima che riempiono pagine di verbali con dettagli e accuse. In mezzo ci sono gli investigat­ori che ormai hanno un quadro sufficient­emente chiaro su cosa sia accaduto.

C’è anche altro a separare la «Compagnia 1» e la «Compagnia 2», come le definisce la Polizia nella carte. Gli amici di Bettarini sembrano giovani studenti dalla faccia pulita, belli, look all’ultima moda ideale per le foto su Instagram e con in tasca tanti soldi nonostante la giovane età. Nell’altra fazione ci sono i quattro arrestati: un pregiudica­to, Davide Caddeo, che a 29 anni è padre di due bambini, Alessandro Ferzoco, un barista di 24 anni ultras dell’Inter sottoposto a Daspo fino al 2019, e due albanesi, Albano Jakej, 23 anni, e Andi Arapi, 29 anni, irregolare. A cercare la rissa, ad accoltella­re sono stati i secondi, a parere del pm Elio Ramondini. Saranno interrogat­i oggi dal Gip Stefania Pepe a San Vittore.

Tra alcuni componenti dei due gruppi c’era una vecchia ruggine risalente al 4 marzo scorso, quando uno degli amici di Bettarini aveva fatto allontanar­e dai buttafuori di un’altra discoteca di Milano Ferzoco e i due albanesi che volevano entrare nell’area che aveva affittato per una festa. «Appena esci ti ammazziamo... sei morto... non sai con chi ti sei messo», gli avevano messaggiat­o. Quando domenica incontra Ferzoco e i due albanesi all’Old Fashion, il giovane si precipita a scusarsi. Per tutta risposta Ferzoco gli dà due schiaffi dopo i quali, però, gli dice che per lui è finita lì, ma non per i suoi amici. Passano le ore, dopo la chiusura lo scontro riprende all’esterno della discoteca e precipita quando Niccolò Bettarini arriva in soccorso dell’amico. «Hai gli orecchini come i miei, ti ho riconosciu­to, tu sei il figlio di Bettarini, ora ti ammazziamo», urla Albano, secondo quanto riferiscon­o la stessa vittima e i testimoni. «Mi ha dato alcuni buffetti sulla faccia cercando di provocarmi, io ho provato a respingerl­o, ma mi sono trovato immediatam­ente in mezzo a più di dieci persone e non ho capito più nulla», aggiunge Bettarini che si ritrova con a fianco la sola fidanzata Zoe Esposito, studentess­a di 21 anni, «circondato e colpito a calci e pugni anche quando stava a terra e, per ultimo, più volte con una lama», scrivono gli inquirenti.

«Ho visto che diversi ragazzi sono saltati addosso a Niccolò. Non sono riuscita a distinguer­e più nulla (…) Era caduto per terra, ho provato ad aiutarlo e ho notato che già da lì perdeva sangue. Mentre cercavo di riparargli la testa dai colpi sono arrivati anche a me alcuni calci e pugni, uno in faccia», dichiara Zoe Esposito. «Quando sono caduto a terra e Zoe è venuta a soccorrerm­i le è arrivato un calcio in faccia. Subito dopo sono scappati tutti» conferma Bettarini che aggiunge: «Non mi sono accorto di essere stato ferito fino a quando non ho visto che sanguinavo». Due testimoni dicono che ad accoltella­rlo sarebbe stato Davie Caddeo. «Era presente alla lite ma non ha assolutame­nte colpito», dichiara il suo legale, l’avvocato Antonella Bisogno. Inizialmen­te Caddeo aveva negato di essere stato all’Old Fashion, ma gli investigat­ori sospettano che possa essere addirittur­a entrato con il coltello addosso. Un teste dichiara, infatti, che quando all’ingresso è suonato l’allarme del metal detector lui ha detto di avere «un piercing nelle parti intime». Lo hanno lasciato passare senza verificare. Nega anche Ferzoco. «Non ho accoltella­to io Bettarini, che non conosco. Solo in carcere ho saputo chi è. Eravamo ubriachi, mi dispiace moltissimo per quello che è accaduto», ha detto al suo difensore, l’avvocato Mirko Pellini che ieri lo ha incontrato in carcere. Così come negano i due albanesi. Arapi, difeso dall’avvocato Simona Uzzo, agli agenti ha dichiarato di non aver visto nulla; Jakej, ammette di aver partecipat­o alla rissa ma dice di non ricordare nulla: «Ero sotto l’effetto degli alcolici».

Il coltello

Il dubbio è che Caddeo l’avesse con sé nel locale. «Il rilevatore ha suonato ma è entrato»

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Insieme Niccolò Bettarini, 19 anni, con l’amica Zoe Esposito, 21. Anche lei è stata colpita

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