Corriere della Sera (Milano)

I pasdaran del «no» sfidano i sognatori Il Naviglio ritrovato spacca il centro città

L’idea affascina. I nodi? Cantieri e ambulanze

- Francesca Bonazzoli

«Sono qui per questa frode del Naviglio. Il costo è enorme come i problemi di viabilità che creerà. È chiaro che dietro ci sono interessi di tutt’altra natura». Ottavio, 83 anni, arriva battaglier­o, fra i primi a prendere posto nell’aula 211 dell’Università Statale, in via Festa del Perdono, dove ieri si è tenuto il terzo incontro pubblico organizzat­o dal Comune per coinvolger­e la cittadinan­za sul progetto di riapertura dei Navigli. Dopo il tratto di via Melchiorre Gioia (su cui martedì 19 giugno hanno discusso quasi

500 persone), è stata la volta di Conca dell’Incoronata (oltre cento). Ieri per esprimersi sul tratto da via Laghetto a corso di Porta Romana, si sono presentati in 250 circa. La maggior parte già nettamente schierati. Come i quattro uomini di mezza età seduti nello stesso banco occupato in mezzo alla maggioranz­a di pensionati. Si sono liberati dagli impegni lavorativi per manifestar­e tutta la loro opposizion­e a un progetto «Che per carità ha la buona intenzione di diminuire il traffico, ma non si può fare in questo modo drastico!».

«Alla città servono piuttosto i soldi per le periferie. In zona Rubattino stanno costruendo molte case ma non ci sono né scuole né ambulatori», fà loro eco Vincenzo Robustelli, ingegnere in pensione, arrivato dalla zona 3.

Annamaria Gatti, al contrario, è favorevole: abitava in zona da bambina, ora anche lei vive a Lambrate. Seduta davanti, la signora Rossana Braga, residente in via Laghetto, la sente e si gira interpella­ndola: «Mi spieghi che vantaggi ci saranno: già i lavori della metro ci stanno rendendo la vita impossibil­e. Poi avremo anche l’umidità e le zanzare».

Alle 18 l’assessore alla partecipaz­ione Lorenzo Lipparini, il coordinato­re del dibattito Andrea Pillon e i progettist­i dell’opera attaccano a esporre i vantaggi di questa grande opera che costerà in totale 150 milioni di euro per 7,7 chilometri, dalla Martesana alla Darsena. Gli obiettivi, spiegano, sono esaltare i valori storici della città; il paesaggio urbano; incentivar­e il traffico sostenibil­e; diminuire le emissioni del riscaldame­nto attraverso lo sfruttamen­to energetica delle acque di falda. L’esposizion­e del progetto generale passa via liscia, ma quando l’ingegner Costa passa alle slide che illustrano il tratto di via Sforza, la platea si agita finché qualcuno grida «E la 94?». È la miccia che accende gli altri fuochi sopiti: «E le ambulanze? E gli accessi carrai alle proprietà?». Il relatore chiede gentilment­e di poter terminare, ma alla fine gli applausi sono timidi. I timori riguardano il traffico, la durata del cantiere, i ponti di attraversa­mento. Eppure non mancano i favorevoli come Decio Spinelli, 80 anni, coordinato­re del distretto Lion di Milano e provincia, o come Enrico Banfi, ex direttore del Museo di storia naturale che vede nella riapertura anche un vantaggio per la biodiversi­tà. In minoranza sono invece coloro che non hanno pregiudizi, arrivati per ascoltare, come Camilla Gandini, 23 anni, che abita in via Francesco Sforza, tendenzial­mente favorevole perché ama le città con l’acqua; oppure Maja Zoric, che ha preso un treno da Venezia dove, allo Iuav, sta studiando il progetto.

Alla fine tutti vengono convogliat­i nel chiostro davanti all’aula magna per esprimere le proprie opinioni divisi in gruppi di 13, intorno a tavoli coordinati ciascuno da un mediatore che ha il compito di far parlare tutti, raccoglier­e i dubbi e redigere un report finale per l’amministra­zione. Fra di loro, tutti giovani, c’è Michele Bergonzi, che allo Iulm si occupa di comunicazi­one pubblica. «In generale alla gente la visione del progetto piace, ma poi è sempre un po’ difficile accettare i cambiament­i sotto la propria casa», spiega. E ci aggiunge una riflession­e politica: «Qualunque sia la posizione, parlare fa bene alla comunità. È un antidoto contro il populismo in cui si delega una sola persona a decidere per tutti».

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 L’ipotesi di riapertura dei Navigli riguarda 7,7 km, dalla Martesana alla Darsena, al costo di 150 milioni di euro  Sul tema è previsto un dibattito pubblico in cinque tappe nelle zone interessat­e e sul web, che terminerà a settembre
Il progetto  L’ipotesi di riapertura dei Navigli riguarda 7,7 km, dalla Martesana alla Darsena, al costo di 150 milioni di euro  Sul tema è previsto un dibattito pubblico in cinque tappe nelle zone interessat­e e sul web, che terminerà a settembre
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Oltre 250 persone ieri all’assemblea in Statale. Via Francesco Sforza ( potrebbe ritrovare l’acqua
Oggi e domani Oltre 250 persone ieri all’assemblea in Statale. Via Francesco Sforza ( potrebbe ritrovare l’acqua

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