Rider rivendica l’assunzione Perde la causa
Il Tribunale
Milano come Torino nella giustizia del lavoro in tema di «riders»: la giudice Giulia Dossi ha stabilito che un ex rider di Foodinho (proprietà della spagnola Glovo, specializzata in consegne a domicilio tramite app) non era un «dipendente subordinato», benché per 4 mesi, «17 ore al giorno», abbia fatto consegne di ogni genere, a sue spese e a bordo della propria auto, fino a quando non è dovuto rimanere a casa perché si è infortunato dopo un tamponamento durante il lavoro. «La società non aveva l’obbligo di farlo lavorare — ha commentato dopo il verdetto il legale di Glovo, l’avvocato Francesco Tanca —, così come lui aveva piena libertà di scegliere di effettuare le consegne». Il 23enne studente universitario a Pavia, assistito dai legali Tommaso Dilonardo e Michela Mantarro, deciderà se fare ricorso dopo le motivazioni: «Sono andato per vie legali anche per tutelare chi si trova nelle mie stesse condizioni». A Torino in un caso analogo sei fattorini avevano perso la causa intentata alla società tedesca di «food delivery» Foodora.