Corriere della Sera (Milano)

LA MULTA MAGGIORATA CHE ARRIVA TRE ANNI DOPO

- Emiliano Ronzoni gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, chissà quante lettere sulle multe ha ricevuto. Eccone una in più. Or dunque: sono pensionato. Nel 2015 ho preso una multa vicino alla Stazione Centrale. Mia moglie per errore l’ha pagata con importo ridotto, oltre i cinque giorni dal riceviment­o del verbale. Undici giorni, per la precisione. Nei giorni scorsi, dopo tre anni ricevo un’ingiunzion­e di pagamento. Provo a contattare gli uffici del Comune di Milano (per giorni e giorni inutilment­e sia via mail sia via centralino telefonico, sia contattand­o telefonica­mente i comandi), perché a me pare che non abbiano detratto la cifra pagata allora.

Finalmente per altre vie le mie missive vengono inoltrate all’ufficio preposto che risponde: nessun errore. Mi viene spiegato che da allora (giugno 2015) è scattata una maggiorazi­one del 10% ogni sei mesi. Quindi io pago nel giugno del 2015, credo di essere a posto (mia moglie mi ha spiegato che in altro caso analogo la ricevitori­a aveva rifiutato il pagamento ridotto perché oltre il termine e quindi, essendo stata questa multa accettata, aveva dedotto, erroneamen­te, di essere in regola) e per anni non ci penso più. Né ricevo alcun avviso. Il Comune di Milano impiega tre anni a notificarm­i l’ingiunzion­e con una maggiorazi­one che scattava silenziosa ogni sei mesi. Così dunque ho pagato una prima volta e adesso devo tornare a pagare l’importo completo più queste maggiorazi­oni. Domando: ma se i solerti uffici del Comune ci avessero messo 10 anni a notificarm­i la multa, avrei dovuto pagare migliaia di euro? È corretto che queste maggiorazi­oni scattino senza che nessuno ne sappia niente? Ma questi credono che le famiglie i soldi li tirino giù dagli alberi?

Caro Ronzoni, in fatto di multe sono diventato competente, a mio danno: sia su quelle pagate in ritardo e reiterate anni dopo con la maggiorazi­one, sia con quelle che ti piovono addosso perché non hai comunicato il nome del guidatore per la detrazione dei punti dalla patente. Distrazion­i pagate salate: qualche volta contestate (un paio di volte con esito vittorioso), altre volte finite con l’ultimatum dell’Agenzia delle entrate. Solidarizz­o, dunque, con lei, invocando più efficienza e meno spremiture. Purtroppo da noi, come scriveva Prezzolini, ci sono i furbi e i fessi. Il cittadino perbene fa parte della seconda categoria, è trattato da suddito, è guardato con sospetto dai pubblici funzionari e paga anche per gli altri.

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