Esami di maturità
Record di lodi al Manzoni: la tradizione della quinta B «È merito dei professori»
Il bis della 5B al liceo classico Manzoni. Per il secondo anno di fila, la classe colleziona alla maturità risultati da record. Sei 100, due con lode, e tantissimi voti alti. In pratica, un alunno su quattro ha conquistato il massimo. «È una sezione baciata dalla fortuna, il merito è dei professori», assicurano i ragazzi. «Premiata la serietà, l’ironia, l’intelligenza degli studenti. Il loro atteggiamento solidale e complice che nella vita è importante, evidentemente siamo riusciti a trasmetterlo — ribatte il loro insegnante di greco e latino Alessandro Mazzini, che ha accompagnato anche la 5B dell’anno scorso —. I più studiosi hanno trascinato verso l’alto tutti gli altri in nome di un sentimento di appartenenza e di squadra fuori dal comune».
Ieri pomeriggio, quando in via Circo sono stati appesi i tabelloni, la sorpresa: ed è la magia che si ripete. Nel 2017 il vice preside Francesco Leonardi, da venticinque anni nel liceo, si inorgogliva: «Mai vista una classe con risultati così. Sono eccezionali per il nostro liceo». Erano sette cento. Ora ci risiamo. Ma allora qual è il trucco?
«Negli anni ci siamo affiatati facendo prevalere la voglia di fare bene come gruppo, invece della competizione a livello personale — racconta Beatrice Chiaromonte, una delle punte di diamante, che per l’anno prossimo è già stata ammessa al King’s College di Londra —. Abbiamo affrontato ansie, momenti collegiali di studio matto e disperatissimo, ma soprattutto risate. Non dimenticherò mai le canzoncine che avevamo inventato, da cantare sottovoce prima che il prof di greco e latino entrasse in classe facendo piombare il silenzio tombale».
Un ciclo si chiude, «ci perderemo o rimarremo uniti?», si chiede Matilde Beverina mentre la compagna di banco Anna Massimino, aspirante medico diplomata con lode, confessa di non aver mai sopportato fisica. «Tutto il resto mi piaceva tantissimo — si affretta a sottolineare —. Per essere felici non bisogna rinunciare alle passioni. Io da anni faccio volontariato e non ho mai perso un solo appuntamento».
Marcello Svagna ricorda le «straff expedition» alle macchinette («Noi le chiamiamo così, linguaggio in codice»), il «vallum eruditionis» («Cose malate da classicisti esasperati come noi!»). Sui risultati eccellenti della 5B scherza Valentina Orrù, che se ne andrà alla Normale di Pisa: «Non è un caso!», e cita la sua tesina sull’accusa di misoginia mossa a Euripide e a Disney: «Il liceo classico insegna a essere forti nel dibattito ed energici nel confronto, anche quando è impegnativo perché si avanzano ipotesi difficili da dimostrare». Stefano Cazzola dice che i suoi fan in questi anni sono stati «i compagni» e che spera di non perderli mai. Man mano che escono i cartelloni, in giro per le scuole di Milano, le lodi spuntano soprattutto ai licei. Allo scientifico Volta l’hanno presa due amici che studiavano sempre insieme, Giovanni Robecchi (futuro biotecnologo) e Paolo Sommaruga (futuro matematico), massimo punteggio in tutti gli scritti della maturità. «Due maschi, tallonati dalla compagna di banco Eleonora Del Frate che ha preso 100», scherzano. Lode messa a segno anche da Sonia Barzaghi, liceo delle Scienze umane al Pareto, che all’orale ha spiazzato i commissari dissertando con piglio sul film Arancia meccanica e sul regista Stanley Kubrick.