I saldi rallentati dal caldo «Errore partire di sabato»
Incassi in calo del 4%. «Il caldo scoraggia gli acquisti»
Marciapiedi roventi e vacanze già programmate. La folla è solo in centro e ha l’accento straniero. I saldi estivi al via registrano successi a singhiozzo e già si pensa ai correttivi per il 2019. La proposta più quotata? Abbandonare il sabato e scegliere un giorno feriale per la partenza, così da acchiappare anche i clienti milanesi prima che scappino per il weekend. In corso Buenos Aires si parla di un inizio sottotono rispetto al 2017, tant’è che Milano stima un 4 per cento in meno. «Molti sono già al mare e hanno acquistato prima, con sconti “sottobanco”— dice Gabriel Meghnagi di Ascobaires —. Dall’anno prossimo si potrebbe anticipare la data in settimana».
In Porta Romana «la mattina è andata bene, ma il caldo del pomeriggio ha svuotato i negozi — spiega Sabrina Frigoli —. Verso le 18 ha ripreso il viavai. Siamo sfavoriti rispetto ai centri commerciali». E di nuovo non soddisfa il calendario dei ribassi. «Sarebbe stato meglio cominciare il 2 luglio. Tanti genitori e nonni sono andati in ferie con i bambini». Difficoltà che si aggiungono a una primavera dalle vendite deboli. Nei quartieri centrali le code davanti alle vetrine si allungano. A spendere sono soprattutto i turisti stranieri. «Pochi gli italiani — conferma Vincenzo Ferraro di Ascotorino —, non siamo stati ascoltati. Decisa la partenza sbagliata». Mentre in via Piero della Francesca gli esercenti sorridono e battono scontrini sostanziosi. Bene in corso Vittorio Emanuele, con un primo giorno «spumeggiante» secondo Alessandro Prisco di Ascoduomo. Ma attenzione a fare paragoni con i saldi invernali: «Incassi di tutt’altro tipo » . Sulle vetrine campeggiano sconti del 30 e 40 per cento. Le grandi catene osano fino al 60/70. La Rinascente si lancia con un’apertura straordinaria fino a mezzanotte per sfruttare l’ondata di stranieri. Di nuovo Feder Moda Milano calcola uno scontrino medio di 100 euro. Il resto verrà speso con le ultimissime offerte. « Aspettiamo i giorni finali — confermano Alice Sgualdini e Lucrezia Ticca, studentesse 24enni a passeggio in piazza Duomo — Ci sarà meno scelta ma è il momento giusto per gli affari».
Pronti a rifarsi il guardaroba anche gli uomini. Simone Accardo, 57enne di Vigevano impiegato alla Cgil, torna a casa con tre buste ricolme. «Faccio acquisti due volte all’anno — spiega —, compro capi di buona qualità che durano nel tempo. E solo nei negozi di fiducia, per evitare fregature». Rimane, nonostante tutto, uno zoccolo duro di clienti che si affida sempre alle solite insegne. «Le nostre affezionate si sono fiondate in negozio stamattina — racconta Simona Riccardi, titolare della pelletteria nel passaggio Duomo —. Da una settimana facevano la spola per scegliere la borsa giusta. Partiamo con il 30 per cento, sono tutti prodotti made in Italy».
Le generazioni più giovani invece si limitano a dare un’occhiata alla merce in esposizione. Poi cercano su Internet e si fanno spedire tutto a casa entro qualche giorno. «I vestiti? Li prendiamo online» spiegano Giulia, Claudia e Alessandra (nessuna supera i 25 anni) sotto i portici di corso Vittorio Emanuele. «Anche sui siti sono partiti gli sconti e non hai il problema della troppa gente che affolla i camerini».