Canile conteso Vinta la battaglia
Ultimo capitolo della faida attorno al canile di Cremona. Il Tar ha riconosciuto valida la gestione di Anpana, contestata dagli Zoofili che erano stati condannati per maltrattamenti sugli animali.
CREMONA Prima la sentenza sui maltrattamenti, ora il verdetto sulla gestione. Il canile di Cremona fa sempre discutere. Nelle celle frigorifere di via del Casello, alle porte della città, erano state trovate, nel 2009, carcasse di cani e gatti soppressi senza motivo. La Cassazione ha confermato le condanne della vicepresidente e di due volontarie dell’Associazione zoofili cremonesi, che ha fondato e si occupava da 45 anni del canile. Il Comune, con l’intenzione di voltare pagina, ha pubblicato un bando per affidare il servizio dal primo gennaio 2018 al 31 dicembre 2019. La gara, che prevedeva un importo complessivo di 160.000 euro, è stata vinta da Anpana (Associazione nazionale protezione animali natura ambiente), già gestore di un altro canile, quello di Calvatone, nel Cremonese. Dopo aver chiuso con il passato, gli Zoofili, pur non facendosi avanti con una propria offerta, hanno presentato ricorso al Tar di Brescia contro il Comune e nei confronti dei rivali chiedendo l’annullamento del bando per una serie di ragioni. Tra queste, il fatto di non aver potuto avanzare domanda di partecipazione a causa dei tempi ristretti tra la pubblicazione dell’avviso e i termini di scadenza. Ma il tribunale amministrativo ha ora respinto l’istanza e l’ha dichiarata inammissibile.
La faida si era arricchita di un altro capitolo perché gli Zoofili avevano sollevato il sospetto che a livello nazionale non risulterebbe alcuna sezione riconosciuta dell’Anpana nella provincia di Cremona. Il Tar ha però rilevato «l’inammissibilità di tali censure, sia perché formulate solo con memoria difensiva, sia per carenza di interesse, non avendo i ricorrenti partecipato alla procedura di gara di cui si discute».
Soddisfazione dal sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti: «Il pronunciamento dimostra la trasparenza e il rigore con cui l’amministrazione ha agito». Toni simili dall’avvocato del Comune, Enrico Cistriani: «Il bando era regolare e non era stato cucito un vestito su misura per qualcuno». Sulla stessa lunghezza d’onda Patrizia Storti, presidente di Anpana: «Non nascondiamo di essere molto contenti. È la prova che abbiamo svolto un’attività in modo corretto. Speriamo di continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto, con i cani e per il loro benessere, senza sottrarre tempo, energie e soprattutto risorse economiche per altre questioni».
E dall’altra parte della barricata? «La sentenza del Tar è ben costruita ed evidenzia alcune carenze della gara», commenta il legale degli Zoofili, Paola Brambilla, aggiungendo: «A questo punto si trova, d’intesa con il Comune, una soluzione per rivedere tutte le scelte di fondo relative alla cura dei cani di Cremona o andremo al Consiglio di Stato. Il mio auspicio, però, è che prevalga la logica di non mettere la testa sotto la sabbia ma di pensare solo all’interesse dei cani».
Intanto, sono in fase di completamento i lavori di costruzione del nuovo canile (servirà anche una ventina di comuni dell’hinterland del capoluogo), ma solo la parte sanitaria, quella dove vengono portati e curati i randagi,. Ad occuparsene sarà l’Ats Valpadana. L’altra struttura, il rifugio vero e proprio, continuerà ad essere a Calvatone. Il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi su un altro ricorso, firmato stavolta dal Comune per l’annullamento dell’ordinanza del Tar contro l’affidamento ad Anpana, contestato dagli Zoofili perché deciso con trattativa diretta e non attraverso una gara, per il periodo ottobre 2016-settembre 2017 e un importo di 101.000 euro. Il verdetto è atteso tra un paio di mesi. La battaglia tra animalisti a colpi di polemiche e carta bollata non sembra avere fine.