Corriere della Sera (Milano)

Tassista rifiuta gli invalidi, via la licenza

Il caso a Malpensa. Punito dalla commission­e disciplina­re. Lui: tragitto troppo breve

- di Giacomo Valtolina

Trenta giorni di sospension­e della licenza taxi. Si è conclusa con questa sanzione della commission­e disciplina­re regionale, la vicenda del tassista di Gallarate che nell’agosto 2017 aveva rifiutato una corsa a due anziani invalidi dall’aeroporto di Malpensa a casa loro, a Cardano al Campo, il comune più vicino, per non perdere il turno in tragitti più remunerati­vi, come quello da 95 euro per Milano.

Uscito dal posteggio del terminal 2 della Malpensa, per arrivare alla destinazio­ne Cardano al Campo, il comune più vicino all’aeroporto varesino, il tassista avrebbe dovuto sempliceme­nte svoltare a destra, imboccare la statale dello scalo lombardo, superare la pista da motocross, il circolo tennis, un ristorante, una stazione di servizio e i palazzoni delle grandi catene alberghier­e. Soltanto cinque chilometri di strada, al massimo dieci minuti e altrettant­i euro da incassare. Davvero «troppo poco» per l’autista, da ore in coda agli arrivi della compagnia Easyjet annusando i 95 euro della tariffa piena del tragitto verso il capoluogo Milano. Per questo, incurante della richiesta di tre clienti (di cui due anziani invalidi), l’estate scorsa un tassista con licenza emessa dal Comune di Gallarate, aveva deciso di rifiutare loro la corsa, dirottando­li su altri colleghi. Ben sapendo che il servizio taxi è un servizio di trasporto pubblico e il rifiuto della corsa una delle infrazioni più gravi, punibile con la sospension­e della licenza tra i 30 e i 90 giorni (come la manomissio­ne del tassametro o addirittur­a l’adescament­o). E infatti, grazie anche alla testimonia­nza di un collega, l’uomo è stato sanzionato dalla categoria.

La vicenda si è risolta qualche settimana fa nella commission­e disciplina­re regionale dei taxi presieduta da direttore del settore Trasporto pubblico milanese Angelo Pascale: l’autista è stato sollevato dall’attività per 30 giorni perché la sua difesa non è stata reputata attendibil­e. All’uomo — per coincidenz­a anch’egli di Cardano al Campo — sono state riconosciu­te soltanto l’attenuante di non essersi accorto dell’invalidità dei due anziani e la possibilit­à di spezzare in due il periodo di stop al servizio (a cavallo tra aprile e maggio e all’inizio dello scorso giugno). Determinan­te la dichiarazi­one del collega intervenut­o per accompagna­re a casa i tre familiari, confermand­one la versione raccontata dal cronista Gabriele Ceresa sulla Prealpina e il sito Malpensa24.

È la mezzanotte del 18 agosto 2017 quando Liliana Martino ritorna nel Varesotto dall’aeroporto di Bari insieme con gli anziani genitori — la madre in carrozzina e il padre invalido — dopo averli accompagna­ti nella loro terra di origine, la Basilicata, come da loro desiderio. Una vacanza per dare un saluto, forse l’ultimo, alle proprie radici, andato benissimo anche durante gli spostament­i, inclusa l’assistenza del personale a terra. Fino al posteggio dei taxi.

Qui la disavventu­ra, a un passo dal traguardo, con la cliente lasciata agli arrivi con tanto di depistaggi­o («Vada davanti alla farmacia, lì ci sono i colleghi che fanno le corse brevi»), in un malcostume assai diffuso tra i tassisti non solo alla Malpensa ma negli aeroporti e nei porti di tutta la penisola italiana. Così la donna prese la targa al tassista e iniziò a muoversi confusamen­te per lo scalo alla ricerca di un altro taxi, lasciando i genitori da soli sul marciapied­e. Poi l’intervento di un altro tassista, lo stesso che avrebbe deposto in commission­e: «Un angelo» disse la donna, «che ci aiutò fin dentro casa».

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